Una nova sparatoria in una scuola del Texas è destinata a riaprire l'eterna querelle sull'uso delle armi in America. Questa notte nella Bellaire High School, uno dei licei più grandi di Houston, un ragazzo di sedici anni è stato assassinato da un suo coetaneo che gli ha sparato con una pistola all'uscita dalle lezioni. La polizia ha precisato che la vittima che era un compagno di classe del killer. Il ragazzo ucciso, secondo le prime informazioni, è stato colpito al petto ed è morto poco dopo essere giunto in ospedale.
La sparatoria è avvenuta intorno alle 16 ora locale (le 23 in Italia di martedì sera) in un momento di grande affollamento, mentre gli studenti stavano uscendo dalle classi per tornare a casa. Lo studente che ha aperto il fuoco è stato arrestato dopo una fuga durata quattro ore: si era nascosto dietro un cassonetto della spazzatura di un supermercato poco distante dal liceo teatro della sparatoria. Il giovane è stato individuato poco prima delle 20 locali insieme a un suo amico, nascosto con lui, arrestato a sua volta. La polizia di Bellaire ha usato un drone durante le ricerche. La Bellaire High School rimarrà chiusa oggi mentre proseguono le indagini sull'episodio. Gli studenti torneranno in classe giovedì, ha dichiarato il distretto scolastico in una nota. Ancora sconosciute le motivazioni del gesto. “Estendo le mie più profonde condoglianze ai familiari del giovane morto e a tutti gli studenti, gli insegnanti e il personale della Bellaire High School”, le parole del sindaco di Houston, Sylvester Turner, arrivate dopo la sparatoria. “Un ambiente di apprendimento è l'ultimo posto in cui i giovani dovrebbero sentirsi insicuri e avere paura della propria vita”, ha aggiunto il sindaco Turner in una nota. “Eppure la violenza armata continua a sconvolgere le scuole e distruggere le famiglie in tutto il Paese”, ha concluso. Turner ha anche detto alle tv locali di aver parlato della sparatoria con gli studenti che prestano servizio nel Consiglio dei giovani del sindaco durante una riunione: “Come ho detto loro, continuerò a lavorare con i funzionari eletti a livello statale e federale, insieme ai gruppi di difesa e a tutte le persone che sono pronte a emanare leggi per proteggere i nostri figli“. La querelle continua.
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