Da incognita a certezza, il passo è stato breve: Khalifa Haftar, leader della Cirenaica in Libia, è arrivato a Palermo per il vertice sul futuro del suo Paese. Tira e molla finito dunque: dopo giorni di smentite e notizie più o meno ufficiali arrivate dalla Libia, il generale è atterrato nel capoluogo siciliano, accolto dalle autorità italiane e pronto a incontrare il leader dell'altro pezzo del Paese, quello riconosciuto dall'Onu e guidato da Fayez al-Sarraj. Il confronto con alcuni leader di governo (confermata la presenza del ministro degli Esteri russo, Dimitri Medvedev) potrebbe essere l'occasione per gettare quantomeno le basi di futuri accordi di cooperazione che, se da un lato costituirebbero parte integrante di un discorso sul possibile prossimo assetto economico del Paese, dall'altro potrebbero ridurre anche gli attriti con il presidente del governo riconosciuto.
E' stata in fortissimo dubbio fino all'ultimo minuto la presenza del generale, del quale fonti vicine all'Esercito hanno più volte riferito l'assenza per motivi legati ai partecipanti e, nondimeno, a un certo scetticismo su quelli che sarebbero stati i contenuti trattati a Villa Igiea. A ogni modo, Haftar ha infine vinto le resistenze e preso l'aereo per l'talia, pronto ad affrontare gli argomenti del summit per capire se, in qualche modo, qualcosa di buono uscirà fuori dall'incontro. A tal proposito, il premier italiano Giuseppe Conte ha subito colto l'occasione del suo arrivo a Roma per discutere in un bilaterale con il generale, al termine del quale ha parlato di “un colloquio andato molto bene” e della ferma intenzione “di risolvere i problemi insieme ad Haftar”.
L'arrivo a tarda serata la dice lunga sugli umori che hanno accompagnato il generale a questo vertice, di fatto cominciato senza che di lui si sapesse con certezza se sarebbe venuto o meno. Di certo, la presenza dei due principali attori libici in campo sarebbe stata utile a prescindere, sia perché si parla della situazione del loro Paese sia perché si tratta di uno snodo abbastanza importante in vista dell'assemblea dei leader prevista fra qualche mese. In attesa del suo arrivo, intanto, il premier Conte ha svolto un bilaterale anche con l'inviato Onu Ghassem Salamè e, al termine, aveva aperto la cena di accoglienza chiedendo “a tutti, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, di vivere questa conferenza con uno spirito costruttivo, con il desiderio di lavorare per il bene della Libia e del suo straordinario popolo”.
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