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Google-Huawei: è rottura

A pochi giorni dall'ordine di Donald Trump sulla sicurezza nelle telecomunicazioni e dall'inserimento di Huawei nella blacklist dell'amministrazione Usa, Google ha deciso di interrompere unilateralmente tutte le attività portate avanti con il colosso cinese, ad eccezione di transazioni hardware e software coperte da licenze open source

La decisione

“Ci stiamo adeguando all'ordine e stiamo rivedendo le implicazioni“, ha riferito il gigante di Mountain View. In ogni caso, ha rassicurato, “per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”. Anche le aziende Usa produttrici di chip e microchip – da Intel a Qualcomm, da Xilinx a Broadcom – si sono adeguate alla linea dettata, tagliando i ponti col colosso cinese. Si tratta di sviluppi che rischiano di portare alle stelle le tensioni tra Washington e Pechino, già impegnate in un braccio di ferro sui dazi.

La lista

La scorsa settimana, l'amministrazione Trump ha aggiunto Huawei alla sua “entity list” bloccando la vendita o il trasferimento della tecnologia americana senza licenza. Gli smartphone Huawei sono già alimentati da processori di proprietà. All'inizio di quest'anno, il capo dei dispositivi di consumo Huawei ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Welt di aver “preparato i nostri sistemi operativi, questo è il nostro piano B”.

Replica

Pronta la replica del gruppo cinese: “Huawei ha dato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei principali partner globali di Android, abbiamo lavorato a stretto contatto con la loro piattaforma open-source per sviluppare un ecosistema che ha portato benefici sia agli utenti che all'industria''. ''Huawei – comunica il colosso cinese – continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti i prodotti Huawei e Honor esistenti per smartphone e tablet che coprono quelli venduti o ancora disponibili a livello globale. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza per tutti gli utenti a livello globale”.

Daniele Vice

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