E’ morto il pescatore palestinese ferito ieri da militari israeliani durante la manifestazione annuale al-Nakba a Gaza.
L’espressione Yawm al-Nakba (“Giorno del “disastro”, “catastrofe”, o “cataclisma””), identifica la ricorrenza, commemorata ogni anno il 15 maggio, con la quale i palestinesi l’esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra civile del 1947-48, al termine del Mandato Britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele.
Ieri si erano avuti diversi scontri in Cisgiordania fra dimostranti palestinesi e reparti dell’esercito israeliano ai margini delle manifestazioni organizzate dalle autorita’ palestinesi in occasione del 69esimo anniversario della ‘Nakba’. Nel febbraio 2010, la Knesset – il parlamento monocamerale di Israele – aveva varato una legge che proibisce di manifestare pubblicamente ogni 15 maggio lutto e dolore in tutto Israele.
Nelle vicinanze di Ramallah e di Betlemme, ha riportato l’agenzia di stampa palestinese Maan, i soldati israeliani hanno disperso i dimostranti con gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma, ferendo una decina di persone non in modo grave.
Diversamente, non ce l’ha fatta Gaza Muhammad Bakr, 23 anni, il pescatore palestinese colpito nei giorni scorsi a Gaza da una vedetta militare israeliana durante le manifestazioni locali del Nakba. Ma su questo incidente ancora non si è avuta una conferma israeliana. Da parte sua, il segretario generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Saeb Erakat, ha detto che “Al fine di raggiungere una pace giusta e duratura fra Israele e Palestina è importante che Israele riconosca la Nakba e chieda scusa”.
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