Inquietante giro di vite della Francia contro i siti “pro Vita” che scoraggiano l’aborto. L’Assemblea Nazionale ha approvato la proposta del governo che prevede l’estensione del “tentativo di intralcio all’interruzione volontaria della gravidanza” anche ai siti internet che, secondo i proponenti, spacciandosi per siti di informazione, danno in realtà informazioni di parte sulle conseguenze dell’aborto.
La legge del 1993 punisce chiunque tenti di ostacolare una donna che vuole abortire, bloccando l’accesso agli ospedali o esercitando minacce o intimidazioni al personale medico o alle donne coinvolte. La pena può arrivare fino a 2 anni di prigione e 30.000 euro di multa. Il testo è stato votato dopo 5 ore e mezzo di dibattito, sostenuto dalla sinistra e da una maggioranza di centristi, nonostante l’opposizione della destra che denuncia una violazione della libertà d’espressione. Contrarie anche numerose associazioni cattoliche. Il testo sarà esaminato dal Senato il 7 dicembre con procedura d’urgenza, in vista del voto definitivo del Parlamento previsto entro la fine di febbraio.
Il disegno di legge aveva sollevato le rimostranze della Conferenza episcopale francese, la quale non aveva mancato di sottolineare il fondamentale apporto di questi siti nell’offrire all’aborto un’alternativa di vita. In particolare, era stato l’arcivescovo di Marsiglia, mons. Georges Pontier, a farsi portavoce dei cattolici di Francia, attraverso una lettera inviata direttamente al presidente François Hollande, nella quale aveva rimarcato il valore di tutte quelle associazioni che, anche online, tentano di sopperire alla mancanza di adeguati luoghi pubblici di ascolto.
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