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Francia, il premier Manuel Valls provoca il Partito socialista

Il primo ministro francese Manuel Valls ha rilasciato delle dichiarazioni provocando un vespaio nel suo stesso schieramento, il partito socialista (Ps) e in tutto il mondo politico transalpino. Nella lunga intervista – rilasciata al quotidiano “Le Nouvel Observateur” – il primo ministro si scaglia contro l’ala estrema del Ps dichiarando senza mezzi termini “basta alla sinistra passatista”, rea di averne contestato le politiche economiche e sociali. “Bisogna reinventarsi oppure morire” ha ribadito, ipotizzando anche la possibilità di cambiar nome al Ps, sull’esempio del Partito democratico italiano, e di stringere alleanza con il centrodestra moderato in funzione anti-Front national (Fn) di Marine Le Pen. Ciò provocherebbe una probabile scissione con l’ala sinistra del già frammentato partito socialista.

La provocazione di Valls tende a ridefinire la sinistra, soprattutto quella di governo, sottraendola al giogo delle ideologie, che egli stesso ritiene “passatiste e nostalgiche”, dopo due anni e mezzo di politiche restrittive che non hanno portato alla ripresa economica del Paese. “Facciamola finita con la sinistra passatista – ha chiarito – quella che si attacca ad un passato perduto e nostalgico, ossessionata dal superio marxista e dai ricordi dei Trenta Gloriosi” riferendosi agli anni dello sviluppo economico travolgente tra il 1945 e il 1975. “La sola questione che vale – prosegue – è come orientare la modernità per accelerare l’emancipazione degli individui”. Negli ultimi anni le tasse sono salite e il livello di disoccupazione è alle stelle perché, dichiara Valls “senza dubbio, siamo arrivati tardi e abbiamo sbagliato le scelte”. “La crescita delle tasse – spiega il primo ministro – ha colpito duramente i nostri concittadini, soprattutto i ceti popolari, e le classi medie. Abbiamo privilegiato le imposte in rapporto alla spesa pubblica. Ora, queste decisioni hanno solo aggiornato quelle assunte nel precedente quinquennato. 30 miliardi di più tasse con la destra, 30 miliardi di più tasse con la sinistra. Ciò ha provocato la comprensibile esasperazione fiscale”.

Le dichiarazioni di Valls hanno suscitato aspre reazioni tra le diverse anime del partito tanto da indurre il segretario nazionale del Ps, Jean-Christophe Cambadelis, a richiamare i politici all’unità. “Vorrei dire una cosa ai socialisti: PS vuol dire Partito socialista e non PlayStation” ha dichiarato ironicamente. Ha poi aggiunto un appello alla calma, specificando che “non si tratta di espellere il maggior numero di socialisti nel minor tempo possibile”. Un messaggio per gli ex ministri Benoit Hamon e Aurelie Filippetti, esponenti della corrente di sinistra, che hanno già chiesto l’espulsione di Manuel Valls dal Ps. C’è chi si chiede se la provocazione di Valls susciterà concrete proposte costruttive o ulteriori divisioni nel partito.

Milena Castigli

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