La Commissione elettorale spagnola (Jec) ha escluso l'ex president catalano Carles Puigdemont e gli ex consiglieri Clara Ponsatí e Toni Comin dalla corsa alla prossime europee perché nessuno di loro risulta essere registrato come cittadino spagnolo residente all'estero.
I tre erano candidati con JuntsxCat, lista che, dopo la decisione della Jec, dovrà rivedere la propria composizione non essendo più rispettata la parità fra uomini e donne. Puigdemont, Ponsatí e Comin erano stati inseriti, rispettivamente, al primo, al secondo e al terzo posto della lista Lliures per Europa (collegata a JuntsxCat).
La Commissione ha dunque accolto il ricorso presentato dal Partito popolare e Ciudadanos. Il segretario generale del Pp, Teodoro Garcia Egea, si è rallegrato per la decisione, attrbuendosene il merito visto che, ha spiegato, Ciudadanos ha aderito sono in un secondo momento all'esposto. In punta di diritto i popolari avevano sostenuto che la candidatura dei tre avrebbe attentato allo “spirito e alle finalità” della legge elettorale del Regno. Questo in base a una “interpretazione sistematica” dell'articolo 6 della stessa.
Puigdemont, Comín e Ponsatí hanno assicurato che intraprenderanno tutte le necessarie azioni legali “in Spagna e in Europa” per poter tornare in pista e consentire ai cittadini di votare per loro. Anche perché, sostengono, che escludere i primi tre in lista di JuntsxCat-Lliures per Europa rappresenti una “flagrante violazione del diritto di voto passivo“. I tre accusano la Jec di aver voluto togliere alla Catalogna la possibilità di avere una voce forte all'interno del Parlamento europeo. “Questa decisione – spiegano – s'inserisce nel solco della tradizione della giustizia spagnola quando si occupa di politici indipententisti, violando un pilastro dei sistemi democratici”.
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