L’Eurogruppo per il salvataggio della Grecia parte con il piede sbagliato. Per il momento non c’è nessun accordo fra creditori e Atene, nonostante ore e ore di riunioni a diversi livelli, compresa quella dei massimi responsabili politici di Commissione, Bce, Fmi ed Eurogruppo con Alexis Tsipras. I punti aperti sono sempre gli stessi: pensioni, equilibrio tra interventi di taglio delle spese e aumenti delle imposte, la direzione di marcia per rendere sostenibile il debito (quasi al 180% del pil). Sia il Fondo monetario che alcuni governi, Germania in primo luogo, insistono sulla necessità che il Parlamento greco prenda delle decisioni legislative subito, prima del 30 giugno.
Che le posizioni siano distanti lo dimostra il fatto che alla riunione dell’Eurogruppo sarebbero presentati due documenti diversi: uno dei creditori, l’altro del ministro delle finanze elleniche Varoufakis. Il tempo scorre e più passano le ore più si teme una reazione negativa dei mercati finanziari, la ripresa della corsa agli sportelli bancari dei greci: ciò accelererebbe una sorta di “resa dei conti” mettendo alle corde sia Tsipras sia i responsabili politici europei che rischiano di dover rincorrere gli avvenimenti.
I tre fattori contemporanei, l’inconcludenza del negoziato, la sfiducia sui mercati e la corsa al ritiro del denaro nelle banche elleniche, costituiscono una miscela potenzialmente esplosiva che, secondo alcuni, può portare rapidamente alla chiusura temporanea delle banche greche. E’ ciò che tutti, la Bce in primo luogo, vogliono evitare. Uno scenario che viene ritenuto altamente probabile in assenza di novita’, e’ questo: neppure l’Eurogruppo oggi riuscirà a trovare il bandolo della matassa. Dalle 16 si riunisce il Consiglio europeo a 28: la discussione sulla Grecia è prevista durante la cena. I leader della zona euro cercheranno di spiegare a Tsipras che una soluzione va trovata a brevissimo termine.
Secondo una fonte la vera data limite è il fine settimana, ma già domattina alla riapertura dei mercati il contesto può cambiare radicalmente. I responsabili politici degli Stati riconsegnerebbero la “palla” nelle mani dei ministri finanziari che dovranno trovare l’accordo. Forse domani stesso o nel fine settimana. In questo quadro appare sempre piu’ probabile che il programma di aiuti attuale sia prorogato di qualche mese. Resta sempre da capire che cosa accadra’ senza accordo, con la rata di un miliardo e mezzo che Atene deve pagare al Fondo monetario internazionale fra cinque giorni.
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