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Crisi libica, incontro al Cairo tra Serraj e Haftar per tentare la strada del dialogo

Fayez al Serraj e Khalifa Haftar sarebbero al Cairo per un incontro che potrebbe segnare una svolta per il destino della Libia. Un’intesa tra le due fazioni in lotta porterebbe il Paese nordafricano sulla strada di una stabilizzazione fondamentale per sconfiggere il terrorismo targato Isis. Proprio l’Egitto – con la Russia e la Francia – è uno dei principali sponsor dell’ex generale gheddafiano comandante del Libyan national army, che controlla l’Est del Paese. Ed è ormai chiaro a tutti che senza il coinvolgimento di Haftar il Memorandum of Understanding firmato da Gentiloni e Serraj, con l’appoggio della Commissione europea, è destinato a rimanere sulla carta.

L’ultima mossa dell’amministrazione Trump, inoltre, la bocciatura della candidatura dell’inviato speciale Onu, il palestinese Salam Fayyad, ha gettato altre ombre sul dossier libico. L’Italia – primo e finora unico Paese occidentale ad aver riaperto la sede diplomatica a Tripoli – ha spinto molto per incoraggiare il dialogo tra le due parti. “Siamo stati i primi a riconoscere un ruolo al generale Haftar. Su questa strada continuiamo a muoverci”, ha detto pochi giorni fa il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. E come segno di buona volontà da parte di Roma si è affacciata l’ipotesi di aprire una sede diplomatica italiana anche a Tobruk.

Haftar chiede per sé il ruolo di comandante supremo delle forze armate unificate libiche, ma finora da Tripoli hanno sempre risposto negativamente. Un colloquio tra i due al Cairo potrà servire a trovare un punto di mediazione. Media locali hanno parlato di un’iniziativa in questa direzione da parte di Serraj. Il portavoce del premier si è limitato a dire all’Ansa che la presenza di Serraj al Cairo è dovuta ad “incontri importanti” nell’ambito del “processo per trovare stabilità e vie per rompere il ghiaccio della situazione politica in Libia”. Intanto, Italia e Libia continuano a lavorare per avviare un contrasto serio alle partenze di migranti. Le linee della cooperazione sono state messe a punto nel corso della visita un mese fa a Tripoli del ministro dell’Interno, Marco Minniti.

Una delegazione italiana composta da uomini dell’intelligence, della Difesa e del ministero dell’Interno ha intanto incontrato i colleghi libici che hanno illustrato le loro esigenze, in termini di formazione, di motovedette ed altri mezzi da impiegare nel contrasto agli scafisti. L’obiettivo è allestire una sala operativa congiunta che possa coordinare gli interventi in mare da parte dei mezzi libici nelle loro acque territoriali. Proprio pochi giorni fa si è concluso il primo ciclo di addestramento per i primi 89 allievi della Guardia costiera e della Marina libiche.

Edith Driscoll

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