Il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha annunciato la proroga del cessate il fuoco con i guerriglieri delle Farc – le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – fino alla fine dell’anno. Lo scopo è quello di concedere più tempo al team dei negoziatori per raggiungere un accordo di pace che “soddisfi tutte le parti politiche”. Il premio Nobel è infatti coinvolto in un accordo a tre con le Farc e l’opposizione per cercare di far finire una guerra che è andata avanti per più di 50 anni.
“Siamo chiari: questo non è un ultimatum o una scadenza irrevocabile”, ha dichiarato Santos, sottolineando però che il dialogo non può essere esteso a tempo indeterminato, dato che “il tempo cospira contro la pace e la vita”.
Oltre ad aver rilanciato il negoziato con le Farc – dopo che in un referendum i colombiani avevano bocciato l’accordo – Santos ha chiesto anche all’Esercito di Liberazione Nazionale, il secondo gruppo guerrigliero colombiano, di sedersi al tavolo delle trattative il prossimo 27 ottobre a Quito, in Ecuador, dove sono stati invitati come Paesi garanti il Cile, la Norvegia, il Brasile, Cuba e Venezuela.
In realtà anche le trattative per la pace con l’Eln – che conta di circa 3.000 guerriglieri – è in corso da mesi e, come condizione preliminare, il governo aveva chiesto la liberazione di alcuni ostaggi ancora in mano al gruppo. Nei giorni scorsi, infatti, dopo settimane – in alcuni casi anche mesi – di prigionia, l’Eln ha liberato alcuni prigionieri. Un segno, che secondo il governo di Santos, è stato interpretato come un atto di buona volontà in vista dei colloqui in Ecuador.
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