E’ arrivato il “sì” del governo di Damasco al cessate il fuoco in Siria, frutto dell’accordo tra Russia e Stati Uniti. L’ok è stato ufficializzato con un lancio dell’agenzia di Stato Sana il quale precisava che l’intesa tra Washington e Mosca “è stata raggiunta con l’approvazione del governo siriano”.
Alla tregua aderiranno anche gli Hezbollah libanesi, principali alleati di Bashar al Assad. I miliziani faranno tacere le armi contro i ribelli ma continueranno a combattere contro l’Isis e i gruppi affiliati ad Al Qaeda, non compresi nell’accordo. In particolare gli Hezbollah hanno affermato che “gli alleati della Siria” rispettano qualunque cosa il governo siriano decida e che la tregua è un’opportunità che chiunque dovrebbe cogliere nell’interesse del popolo siriano.
Come avviene quasi sempre alla vigilia di un’annunciata cessazione delle ostilità, si inaspriscono le violenze sul terreno: decine di civili sono stati uccisi sabato in raid aerei russi e del governo siriano in varie zone fuori dal controllo del regime. L’attacco più sanguinoso, secondo notizie che non possono essere verificate in maniera indipendente sul terreno, è avvenuto a Idlib, nella Siria nord-occidentale, con raid aerei sul mercato ortofrutticolo e la morte di almeno 24 persone. Altri attacchi si sono verificati su Duma, attorno a Damasco, ad Aleppo-est e tra Homs e Hama.
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