È di almeno 4 morti il bilancio di un attentato suicida a Grozny, la capitale della Cecenia. La deflagrazione è avvenuta davanti a un centro dove stava per tenersi un concerto. Secondo le dichiarazioni rilasciate dalle autorità locali gli agenti che gestivano i controlli ai metal detector davanti a una sala concerti hanno notato un uomo sospetto che si è fatto esplodere appena hanno provato a verificarne l’identità. Quattro poliziotti sono morti, e almeno altri 12 sono rimasti feriti nell’esplosione.
L’attacco è avvenuto nel giorno della festa della città caucasica, che coincide con il compleanno del presidente ceceno pro Cremlino Ramzan Kadyrov. Dopo le due guerre di matrice etnico-religioso che si sono combattute in Cecenia negli anni ’90, e che provocarono migliaia tra morti e sfollati, la regione del Caucaso settentrionale – ufficialmente definita “Repubblica autonoma della Federazione Russa” – è diventata più stabile sotto il governo di Kadyrov, ma è ancora attiva un’insurrezione musulmana. La maggioranza della popolazione è di fede islamica sunnita mentre la minoranza russa si attesta sul 20% del totale. L’attentato-kamikaze di queste ore, di probabile matrice islamica, riporta l’attenzione dei media sul Caucaso russo come regione instabile e campo fertile per i gruppi estremisti.
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