Nigeria, Benin, Togo, Ghana e Costa D’Avorio hanno introdotto restrizioni all’importazione di carburante dall’estero allo scopo di ridurre l’emissione di inquinanti nell’aria. Secondo il ministro nigeriano dell’Ambiente, Amina J. Mohamed, si tratta di una decisione che migliorerà la qualità della vita nelle città e consentirà di fissare standard per le automobili moderne.
“Per 20 anni non siamo stati in grado affrontare la crisi di inquinamento del veicoli a causa della benzina a basso costo che siamo stati costretti a importare. Oggi stiamo compiendo un enorme passo avanti: la limitazione dello zolfo nei combustibili” ha detto.
Secondo le Nazioni Unite questa mossa assesterà un duro colpo al mercato europeo di combustibili, cui gli Stati dell’Africa occidentale si rivolgevano per l’approvvigionamento ma assicurerà l’importazione di prodotti puliti, con un più basso tasso di zolfo all’interno. “Si tratta di un messaggio forte – ha commentato il capo del Programma Onu per l’Ambiente, Erik Solheim – la scelta di fissare standard più severi nell’importazione e nelle emissioni degli autoveicoli dimostra che questi Paesi mettono la salute dei cittadini al primo posto”. Solheim ha poi invitato tutti i Paesi a seguire l’esempio di queste nazioni, perché “bisogna ridurre le statistiche choccanti sull’inquinamento e suoi effetti”.
L’accordo prevede anche l’obbligo di ammodernamento delle raffinerie nazionali entro il 2020, sempre per garantire prodotti di qualità migliore. La decisione di Nigeria, Benin, Togo, Ghana e Costa d’Avorio è stata adottata la scorsa settimana dopo che, all’inizio dell’anno, l’ong Public Eye ha denunciato l’esportazione verso l’Africa, da parte di alcuni Paesi europei, di prodotti contenenti 300 volte la quantità di zolfo consentita dalle normative di Bruxelles.
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