Sono almeno 18, stando a fonti mediche locali, i morti causati ieri dai violenti combattimenti in corso già da giorni a Bengasi, in Libia orientale, tra forze filo-governative e milizie islamiche. Per il Bengasi Medical Center, le vittime sono principalmente soldati e cittadini schieratisi armi in mano con i militari lealisti negli scontri registrati nel centro della città.
Sale così oltre 50 il bilancio dei morti della nuova offensiva intrapresa mercoledì dalle forze fedeli al generale in pensione Khalifa Haftar, sostenuto dall’esercito, contro i gruppi islamici che controllano Bengasi da luglio. I combattimenti delle ultime ore sono segnalati come i più feroci dalla ripresa delle ostilità. Gli scontri si sono concentrati nell’area di al-Majouri, un quartiere centrale dove risiede Mohamed al-Zehawi, il capo della milizia jihadista Ansar asharia, insieme a molti dei suoi uomini. Testimoni hanno riferito che armi pesanti sono state utilizzate in strada in una zona residenziale densamente popolata. Ai combattimenti sul terreno sono state accompagnate azioni aeree con raid condotti sulle roccaforti dei combattenti islamici nei sobborghi di al-Lithi, al-Massaken e Bouatni, nel settore sud-orientale della città.
La vittoria “è vicina”, l’offensiva contro Bengasi ha dato “risultati soddisfacenti” ha affermato l’ex generale Khalifa Haftar in un messaggio audio citato dai media libici: “Giovani di Bengasi, non lasciatevi andare a rappresaglie e vendette contro i miliziani di Ansar”.
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