“Basta odio e morte”. A Tunisi la grande marcia internazionale contro il terrorismo ha visto sfilare migliaia di persone e diversi leader mondiali, tra i quali il premier Matteo Renzi, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e il presidente francese Francois Hollande. Dalla piazza del raduno, Bab Saadoun, si è levato forte il grido “Stessa lotta a Copenaghen Parigi e Tunisi”. Ingenti le misure di sicurezza: militari, agenti di polizia in assetto antisommossa e blindati schierati a protezione dei partecipanti.
L’Italia è insieme alla Tunisia “nella battaglia difficile per la democrazia”, ha detto il premier Renzi. “Non lasceremo il futuro in mano agli estremisti – ha aggiunto – L’attentato al museo del Bardo è una ferita terribile, che squarcia la storia anche di alcune famiglie italiane”.
Poco prima dell’inizio della manifestazione, il primo ministro tunisino Habib Essid ha annunciato l’uccisione di Khaled Chaib, alias Lokman Abou Sakher, leader del principale gruppo jihadista del Paese, Okba Ibn Nafaa, che aveva «diretto» l’attacco al museo Bardo dello scorso 18 marzo, insieme ad altri otto jihadisti.
Intanto però si è aggravato il bilancio dell’attentato al museo del Bardo. Ieri infatti è deceduta in ospedale, Huguette Dupeu, una turista francese che era rimasta gravemente ferita. Dupeu è la quarta vittima francese. Con la sua morte salgono a 22 i morti dell’attacco, tra cui 4 italiani, mentre due sono gli attentatori uccisi dopo il blitz delle forze speciali.
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