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Attacco chimico su Idlib, Israele accusa Assad: “E’ opera sua, ne siamo certi”

Israele punta il dito contro Bashar al Assad per l’attacco con armi chimiche sul villaggio di Khan Sheikhun, nella provincia occidentale di Idlib, costato la vita a 86 persone, tra cui 30 bambini. “Sappiamo che è un’operazione di Assad dalla A alla Z – ha spiegato il ministro della Difesa Avigdor Lieberman – lo stabilisco con una certezza del 100 per cento”.

Intanto le autopsie di 3 vittime, morte dopo il ricovero in Turchia, provano l’uso di armi chimiche nel raid. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag. Agli esami effettuati nella provincia meridionale di Adana, secondo Anadolu, hanno partecipato su invito di Ankara anche esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Durante le autopsie, che sono state filmate, sono stati prelevati diversi campioni per ulteriori esami da parte degli esperti turchi e internazionali. Secondo un rapporto preliminare del team di scienziati inviati da Ankara alla frontiera con la Siria per assistere i feriti, almeno uno degli agenti usati nell’attacco sarebbe gas cloro. I risultati, frutto di test effettuati su una trentina di feriti, sono già stati inviati ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

I segnali di un attacco chimico emergerebbero anche dalle visite effettuate dal personale di Medici Senza Frontiere sul alcuni sopravvissuti. “I 17 pazienti esaminati da noi in diversi ospedali delle zone – ha spiegato all’Ansa Massimiliano Rebaudengo, capo missione Msf in Siria- presentano segni di due agenti, uno neurotossico, il sarin, ed uno soffocante, il cloro”. In particolare, i “sintomi medici del sarin sono le pupille ristrette, incoscienza, incontinenza, più in generale un break down nervoso. Nel caso del cloro, i sintomi sono stati l’odore di candeggina dei pazienti e gli arresti respiratori”. Per Msf si tratta di “una delle situazioni più gravi che abbiamo visto finora. Nei nostri ospedali in Siria, attiviamo un piano d’urgenza quando arrivano 10 pazienti in una sola volta. In questa occasione, invece, in un ospedale ne sono arrivati 17, 35 in un altro e 50 in un altro ancora”. Tra l’altro, ha aggiunto, gli ospedali sul posto “non hanno strutture adeguate e quindi i livelli di decessi sono più alti”.

Edith Driscoll

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