Ancora vittime nella Striscia di Gaza. L'ambasciatore palestinese all'Onu, Ryad Mansour, ha parlato di 9 morti, tra i quali anche un bambino, con il conteggio dei feriti che si attesta abbondantemente oltre i mille. Due manifestanti palestinesi sono stati uccisi dai colpi dell'artiglieria nella zona di Rafah: secondo quanto riferito dai mezzi d'informazione locali si tratterebbe di un 33enne, Mohammed Sa'id al-Hajj Saleh, e di un 17enne, Alaa Yahya Al-Zamili. Entrambi risiedevano a Rafah, nell'area meridionale della Striscia.
I primi disordini si sono verificati questa mattina. I manifestanti hanno bruciato pneumatici e lanciato sassi contro i soldati israeliani, che hanno risposto con fuoco vivo e lanci di lacrimogeni. Secondo quanto riferito da un fotografo dell'agenzia France Press, una persona potrebbe essere stata colpita a est di Gaza. Ieri Israele aveva annunciato non ha intenzione di cambiare le regole di ingaggio e che l'esercito è pronto ad aprire il fuoco contro i manifestanti nella Striscia “se ci saranno provocazioni come la scorsa settimana”.
Queste tre vittime si aggiungono alle 23 registrate a seguito degli scontri della scorsa settimana. Ventitré e non ventidue (come risultava sino a poche ore fa) perché sempre oggi è morto un altro palestinese, ferito gravemente il 30 marzo. Si tratta di Mohamed Rabaa, 30 anni.
La portavoce Elizabeth Throssell ha riferito che l'Alto Commissariato Onu per i diritti umani ha indicazioni che le forze armate israeliane hanno fatto un “uso eccessivo della forza” durante le proteste dei palestinesi a Gaza la scorsa settimana, ed ha espresso preoccupazione per nuove violenze, parlando di “dichiarazioni inquietanti” delle autorità israeliane. Throssell, parlando con i giornalisti oggi a Ginevra, ha puntualizzato che l'esercito israeliano deve fare ricorso a misure non violente “per quanto possibile” nel rispetto del diritto internazionale. Ha poi sottolineato che l'equipaggiamento e le difese delle forze di sicurezza israeliane “avrebbero limitato i rischi e non avrebbero dovuto portare ad un uso della forza letale“.
Da parte sua l'inviato Usa in Medio Oriente, Jason Greenblatt, ha criticato alcuni dimostranti che venerdì scorso avevano portato i propri figli a protestare, con il rischio di essere uccisi. “Condanniamo leader e manifestanti che invocano violenza o inviano persone – compresi i bambini – alla recinzione, sapendo che potrebbero essere feriti o uccisi”. Per quanto riguarda le manifestazioni di oggi gli Stati Uniti invitano i palestinesi a “stare fuori dalla zona cuscinetto di 500 metri” e a “stare lontano dalla barriera di confine”
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