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Afghanistan, Trump incrementa il contingente Usa a Kabul: “Il ritiro favorirebbe i terroristi”

Ci ha ripensato, Donald Trump. Dopo aver fatto trapelare, nei giorni scorsi, la sua intenzione di ritirare le truppe statunitensi da Kabul, il Tycoon ha precisato che non solo i contingenti yankee resteranno in Afghanistan ma che verranno presto incrementati dall’arrivo di nuove truppe. Bando ai numeri, però: il presidente non ha infatti fornito, durante la sua diretta tv dalla base di Fort Mayer, in Virginia, la quantità effettiva degli uomini che voleranno nello Stato asiatico, una precauzione adottata “per non favorire il nemico”. In sostanza, lo stanziamento dell’esercito statunitense in Afghanistan, in quella che è a oggi la più lunga guerra intrapresa dagli Usa (16 anni) e che lo stesso Trump aveva definito inutile, proseguirà a oltranza.

Le tre conclusioni di Trump

A far luce sulla retromarcia dell’inquilino della Casa Bianca ci ha pensato lo stesso diretto interessato che, durante la conferenza, ha spiegato che inizialmente “l’istinto era di ritirarsi, e storicamente mi piace seguire i miei istinti. Ma in tutta la mia vita ho sentito che le decisioni sono molto differenti quando siedi dietro la scrivania dello Studio Ovale”. Dopo il riferimento alla sua precedente posizione in merito alla campagna afghana, più volte definita uno spreco di soldi, Trump ha affermato di essere giunto a “tre conclusioni fondamentali”: in primo luogo che “un ritiro frettoloso creerebbe un vacuum che i terroristi, incluso l’Isis e Al Qaeda, riempirebbero subito, proprio come successe prima dell’11 settembre”; poi, il Tycoon ha spiegato che ”la nostra nazione cerca un esito onorevole e durevole, degno dei tremendi sacrifici che sono stati fatti”; infine, che ”le minacce alla sicurezza che fronteggiamo in Afghanistan e nella più ampia regione sono immense”.

Guerra a oltranza

Ma il rimpasto della missione a Kabul non vedrà solo l’incremento degli effettivi dell’US Army sul suolo afghano (che alcune testate hanno quantificato in 4000 soldati): il piano Usa, infatti, consegnerà una sorta di controllo totale ai generali, con “i militari sul terreno a prendere le decisioni… basta col micro-management da parte di Washington” e cessazione del passaggio attraverso il governo per ottenere l’autorizzazione per l’impiego di droni, per un totale controllo delle operazioni da parte del Pentagono. In questo quadro, il presidente non ha mancato di lanciare un’offensiva (nemmeno tanto piccola) al Pakistan, accusato di offrire “paradisi sicuri” ai terroristi e che, secondo il Tycoon, “ha molto da perdere se continua a ospitare i criminali nostri nemici, mentre da noi riceve miliardi”. L’unica cosa certa, al momento, è che lo stanziamento in Afghanistan proseguirà. Basta piani di rientro: l’esercito resterà a Kabul “fino alla vittoria finale”.

Mattia Damiani

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