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The Interview: dopo le minacce di attentati cancellata la proiezione del film

Due giornalisti arruolati dalla Cia per assassinare il leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un. Si tratta del film “The Interview” di Seth Rogen e James Franco e prodotto dalla Sony. Ma purtroppo il film è stato bloccato e la prima a New York è stata cancellata. Il film, nato come una commedia, si è ben presto trasformato in un “caso internazionale”. “I Guardiani della pace”, gli stessi che poco tempo fa hanno rivendicato l’attacco hacker alla Sony Pictures, hanno infatti minacciato che avrebbero colpito con attacchi terroristici quanti si sarebbero recati nelle sale cinematografiche per vedere il film, promettendo uno “scenario da 11 settembre”.

“Vi mostreremo chiaramente in ogni tempo e luogo in cui The Interview sarà proiettato, comprese le prime, a quale amaro destino sono destinati coloro che cercando il divertimento nel terrore – hanno comunicato i Guardiani della Pace – presto tutto il mondo vedrà che film terribile la Sony Pictures Entertainment ha prodotto”. Il colosso cinematografico aveva deciso di lasciare la decisione ai gestori delle sale cinematografiche, ma in molti hanno subito cancellato la data per la proiezione. Molte agenzia di stampa avevano ricevuto per e-mail la minaccia “Ricordate l’11 settembre 2001. Vi consigliamo di tenervi lontani da quei luoghi (Se la vostra casa si trova nelle vicinanze, è meglio che ve ne andiate). Qualsiasi cosa capiti nei prossimi giorni sarà solo colpa della cupidigia della Sony Pictures Entertainment”.

Il capo della divisione contro il cybercrime, Joseph M. Demarest, l’attacco hacker che era stato compiuto ai danni del colosso cinematografico, era stato effettuato con tecniche avanzatissime, tanto che erano riuscite a superare circa il 90% delle difese comuni. In quell’occasione erano stati trafugati materiale riguardanti film non ancora usciti nelle sale, pellicole in fase di ultimazione, dati personali di dipendenti e di alcune star cinematografiche. Il tutto pari ad un danno di circa 200 milioni di dollari. I vertici della Nord Corea fanno sapere di essere estranei alla vicenda, ma la descrivono come “un giusto atto da parte di sostenitori e simpatizzanti. Secondo il sito Bloomberg i “Guardiani della Pace” sarebbero collegati al gruppo “DarkSeoul”.

Manuela Petrini

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