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Pensavano fosse una copia, è un capolavoro di Botticelli

L'attribuzione è stata possibile grazie a sofisticate indagini scientifiche a raggi infrarossi. Quella “Madonna con Bambino” non è una copia, ma un originale del maestro del Rinascimento fiorentino Sandro Botticelli. “Il restauro di un dipinto conservato al Museo nazionale del Galles a Cardiff, considerato un lavoro di bottega, ha portato alla sua autenticazione e attribuzione da parte di un team di storici”, riferisce Repubblica.

Straordinaria bellezza

L'opera, relegata nei magazzini prima della scoperta, è stata finalmente esposta nelle sale del museo gallese come “opera del maestro fiorentino Sandro Botticelli (1445-1510)”. Afferma il critico d’arte Bendor Grosvenor: “Quando vidi il dipinto per la prima volta nel museo rimasi sorpreso dalla straordinaria bellezza del volto della Madonna. Mi ricordò le opere più famose di Botticelli, e in particolare “La nascita di Venere” agli Uffizi di Firenze”.  E aggiunge: “In accordo con il museo abbiamo fatto analizzare l'opera agli esperti e il verdetto è stato univoco: il dipinto è di Botticelli”. Il team ha scandagliato il dipinto utilizzando tecniche all'avanguardia, come i raggi infrarossi, imbattendosi così nei tratti distintivi della produzione artistica di Botticelli”.

Ruolo cruciale

A dare l'annuncio della “riscoperta” è stata proprio la Bbc, che ha seguito tutto l'iter delle indagini storico-scientifiche. “Il quadro faceva parte della collezione della filantropa gallese Gwendoline Elizabet Davies (1882-1951) che lo donò al museo di Cardiff come dipinto della bottega di Botticelli”, evidenzia Repubblica. “I risultati sono stati sorprendenti”, sostiene Adam Webster, uno dei curatori del Museo nazionale del Galles. “Questa operazione ha dimostrato il ruolo cruciale che la conservazione svolge nella corretta comprensione del nostro patrimonio artistico”.

Il disegno preparatorio

Dopo un'analisi “millimetro per millimetro” e la rimozione chirurgica degli strati di sporco “è stato come assistere alla rinascita di un capolavoro“, osserva il restauratore e storico dell'arte Simon Gillespie, che ha condotto l'indagine che ha reso possibile l'attribuzione. Lo studioso si è accorto che il dipinto nascondeva la mano del maestro fiorentino, osservando con i raggi infrarossi che il sottostante disegno preparatorio era stato fatto da Botticelli. “Un indizio era nascosto nel disegno delle mani, che mostrava una serie di segni rivelatori dei numerosi tentativi svolti dall'autore prima di arrivare all'opera finale: particolare, questo, che conferma che non si tratta di una semplice copia ma di un originale – evidenzia Repubblica -. Inoltre Gillespie ha scoperto che l'arco che incornicia la scena è stato aggiunto agli inizi del XX secolo. Il dipinto faceva infatti forse parte di un'opera più grande”.

Giacomo Galeazzi

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