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E’ Matera la Capitale della Cultura Europea 2019

“La designazione di Matera è un esempio di civiltà e riscatto che da Matera e dal Sud arriva all’Europa”. Così il sindaco di Matera Salvatore Adduce all’annuncio della scelta che ha fatto esplodere la festa in piazza San Giovanni, nel pieno centro storico della Città dei Sassi, dove in migliaia si sono ritrovati davanti al maxischermo per assistere in diretta al verdetto. “Non stiamo più a pietire, ma a dare un contributo su come la cultura possa trasformare un territorio – ha detto visibilmente emozionato -. Non era un esito scontato, ma l’abbiamo raggiunto grazie al lavoro di tutti”.

Matera ha avuto la meglio su una rosa di sei candidate che comprendeva anche Cagliari, Perugia-Assisi, Siena, Lecce e Ravenna. L’annuncio è stato fatto dal ministro Franceschini nella sede del dicastero di via del Collegio Romano. Grande delusione a Siena per le 400 persone che hanno atteso il verdetto per la Capitale Europea della cultura 2019. Qualche lacrima nella sede della Fondazione che ha sostenuto la candidatura di Perugia. A Roma i vertici dell’organismo, diversi di coloro che hanno lavorato al progetto si sono ritrovati negli uffici nel centro del capoluogo umbro.

Quando il ministro della Cultura ha pronunciato la parola Matera, tra gli oltre duecento che stavano seguendo in streaming la lettura del verdetto alla Galleria comunale, in fondo ai Giardini Pubblici di Cagliari, è calato il gelo, poi l’assessore comunale alla Cultura, Enrica Puggioni, ha subito lanciato l’invito a un lungo applauso. Ed è stata sempre Puggioni a consolare chi in lacrime si avvicinava per abbracciarla: “Basta facce depresse – ha urlato – abbiamo fatto un ottimo lavoro. E continueremo a farlo per dimostrare che in Europa nel 2019 ci siamo anche noi. Abbiamo tantissimi progetti, questa città è comunque viva”.

Confindustria ha ringraziato lo staff di Ravenna 2019 e chi ha sostenuto il ha lavorato per la candidatura. Ma il Sindaco Fabrizio Matteucci dice: “Inutile girarci intorno, dirlo è compito mio: prevale la delusione per aver mancato l’obiettivo di un soffio. Ma possiamo essere sereni perché abbiamo fatto il nostro dovere. Il progetto ci ha fatto arrivare nella rosa delle finaliste: un successo”.

Sara Sbaffi

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