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Dogman, è la notte del trionfo

Ogni volta è il cinema italiano a parlare, attraverso tutte quelle sfaccettature che del cinema sono proprie. Come ogni anno, il parterre è degno della Notte delle stelle ma stavolta il livello era davvero altissimo: dal gotico urbano della Capitale di Dogman, alla delicatezza di Chiamami col tuo nome, passando per Lazzaro felice, il dramma di Sulla mia pelle e l'introspezione di Euforia. Tanto di bello, tanta arte, non solo la settima. E Dogman di Matteo Garrone di bello se ne riserva parecchio: trionfa su tutta la linea, prendendosi la Miglior regia, il Miglior film e giù discorrendo per un totale di nove premi. Lascia ad Alessandro Borghi e alla straordinaria interpretazione di Stefano Cucchi il premio al Miglior attore protagonista ma, come saggiamente dice Marcello Fonte (salito sul palco assieme al regista), “il premio l'ho già vinto portando qui mia mamma”. Vero, ma l'attore calabrese aveva già messo in bacheca il Prix d'interpretation masculine a Cannes e il Nastro d'argento. Dogman è mancata solo la nomination all'Oscar, che avrebbe meritato. Quel premio lì se l'è preso Alfonso Cuaròn per il suo Roma che, in una serata con Tim Burton e Uma Thurman sul palco, gli vale anche il David al Miglior film straniero.

Il trionfo

Garrone sul palco celebra non il film ma il cinema tutto: “Sono contento di aver realizzato questo film, che ho iniziato a scrivere dodici anni fa e ho tenuto sempre nel cassetto. L'ho fatto perché avevo qualche mese libero aspettando Pinocchio e invece eccoci qua. Qualche volta è anche bello creare dei momenti speciali come è stato questo film”. Ed è ancora più incisivo: “Crescono gli schermi della tv ma non scordiamoci di far crescere anche gli schermi del cinema”. Tutto giusto, in un momento di forte ascesa delle piattaforme di cinema “domestico” che, però, non deve far dimenticare quanto il lavoro della macchina da presa sia pensato per uno schermo “grande”. Dogman rispetta il mantra: mette il piccolo protagonista in una decadente Roma degli anni '80, quasi irriconoscibile, a tratti una città fantasma popolata di fantasmi veri e propri, rendendo in modo superbo, attraverso i suoni della periferia, l'aria pesante della vessazione continua. Perpetrata da quel Simoncino per il quale Edoardo Pesce vince la statuetta al Miglior attor non protagonista.

Notte delle stelle

C'è gloria anche per gli altri: Borghi e il suo Cucchi, al quale dedica il premio (così come Andrea Occhipinti, alla consegna del premio alla Miglior produzione a Lucky Red e Cinemaundici), sono accompagnati da un'emoziontissima Elena Sofia (Migliore attrice protagonista per Loro), Marina Confalone, la Zì Mari de Il vizio della speranza (Migliore attrice non protagonista) e anche Alessio Cremonini, Miglior regista esordiente per Sulla mia pelle. Spazio ed emozioni anche per Tim Burton, premiato da Roberto Benigni con una statuetta alla carriera, e per Dario Argento, la tre volte Premio Oscar Francesca Lo Schiavo e Uma Thurman. Stelle di oggi e di domani per la festa del cinema italiano. Quello fatto di professionisti ma anche di spettatori. Ed è a loro che è dedicato il premio speciale, quello per il film con il maggior numero di spettatori e che, dice il vincitore Gabriele Muccino (A casa tutti bene), “d'ora in poi sarà il più ambito di tutti”.

Mattia Damiani

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