Ultimi mesi di domeniche gratis, poi i musei si adegueranno alle nuove linee del Ministero dei Beni culturali: basta ingressi liberi nell'ultimo giorno della settimana, una soluzione che “andavano bene come lancio pubblicitario, ma se continuiamo così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno. Per l'estate non cambia nulla, ma poi le cose cambieranno”. Parole di rinnovamento del sistema museale pronunciate durante la visita alla Biblioteca nazionale di Napoli dal neo-ministro Alberto Bonisoli, secondo il quale la gestione dei poli espositivi passerà ai rispettivi direttori: “Lascerò maggiore libertà ai direttori, se vogliono mettere una domenica gratuita non c'è niente di male, ma quando obbligo a farla non va bene”.
Una decisione, quella di Bonisoli, che verrà definita a partire dal mese di settembre ma che si inserisce in una visione che non vede nelle domeniche gratuite una buona idea per incrementare il numero di visitatori o comunque valida nei periodi di bassa stagione: “Penso ad esempio a Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima o tutte le domeniche di quel mese si può aprire gratis perché non c'è tanta gente”. Con l'incremento dei turisti, però, la situazione cambia e deve cambiare, per il ministro, anche la logica degli ingressi: “Il problema è quando si viene costretti dal Ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis… Se uno pensa di pagare una cosa e improvvisamente diventa gratis sembra un po' una fregatura: portare avanti questo progetto ben oltre il periodo per cui era stato pensato non va bene”.
Va detto che il progetto delle domeniche gratis, fortemente voluto dall'ex ministro Dario Franceschini e fra i maggiori programmi della scorsa amministrazione del Mibact, di successo ne ha riscosso parecchio, soprattutto in termini di visitatori in molti dei quasi 500 musei e siti di interesse storico-archeologico coinvolti. Anche per questo non si è fatta attendere la risposta del predecessore di Bonisoli, il quale ha detto che “le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall'estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da Sud a Nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare”. Per Franceschini “le prime domeniche del mese hanno trainato l'aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto comuni e privati a uniformarsi all'iniziativa coi loro musei”. Per questo invita l'attuale ministro, che peraltro già in altre occasioni si era dichiarato contrario alle domeniche gratis, a ripensarci: “Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”.
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