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Berlino alza il velo sulla vergogna: un memoriale per le vittime disabili del nazismo

Erano “vite indegne di essere vissute”, quelle degli oltre 200 mila disabili che hanno trovato la morte per mano dei criminali nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. A Berlino, a pochi passi dalla Filarmonica, nel Tiergarten, un tempo quartier generale delle menti che concepirono lo sterminio, la ministra della Cultura Monika Gruetters, lo scorso 2 settembre, ha inaugurato un monumento per la loro memoria.

Fra il 1939 e il 1941 furono assassinate oltre 70 mila persone, avvelenate col gas. E dopo il 1941 oltre 91 mila furono i pazienti uccisi nelle case di cura. Esistenze ritenute inutili dal regime che con “Aktion T4” ha creato quello che è passato alla storia come il progetto ‘sanitario’ del regime di Adolf Hitler per cui l’idea di implementare una politica di “igiene razziale” rappresentò un elemento centrale della sua ideologia. Hitler provò per tutta la vita una violenta repulsione per l’handicap mentale e la deformità fisica, attratto com’era dai canoni di bellezza e purezza derivanti dal movimento eugenetico. Si è trattato di “una tecnologia di uccisioni testata e portata avanti per la prima volta sulle persone senza difese, malate e disabili, un test condotto per tutti i successivi programmi nazisti di estirpazione di massa”, ha commentato Sigrid Falkenstein, la cui zia venne uccisa nel 1940.

Il muro di vetro blu, alto 24 metri su uno sfondo grigio antracite e posizionato sul lato di una villa dove vennero coordinate le uccisioni di massa dei pazienti di ospedali e istituti psichiatrici, è stato concepito dagli architetti Ursula Wilms e Heinz W. Hallmann e dall’artista Nikolaus Koliusis e ricorderà le vittime della cosiddetta ‘Aktion T4’. Per la sua realizzazione, decisa nel 2011, sono stati messi a disposizione 620 mila euro. Berlino dimostra in questo modo la sua capacità di trasformare un passato fosco in una memoria viva trasmettendo un messaggio di pace al mondo e alle generazioni future.

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Mirko Polisano

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