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“AUGUSTO E LA CAMPANIA”, A NAPOLI IL CONVEGNO A 2000 ANNI DALLA MORTE DELL’IMPERATORE

“Augusto e la Campania” è il nome del convegno che si terrà giovedì e venerdì a Napoli, organizzato a chiusura delle celebrazioni per i 2000 anni della morte dell’imperatore avvenuta proprio nel capoluogo campano nel 14 d.C. L’evento raccoglierà studiosi da altre istituzioni di ricerca italiane ed europee, come Francia, Germania e Spagna. “Quando Augusto, ormai vecchio, decise di ritirarsi in Campania, al suo arrivo a Pozzuoli venne salutato da una nave di mercanti alessandrini, grati a lui per aver riportato la pace e fatto ripartire i commerci nel Mediterraneo”. Con queste parole Carmela Capaldi, docente di archeologia greca e romana all’Università Federico II di Napoli, ricorda l’episodio narrato da Petronio per spiegare il peso determinante che ebbe Augusto nel donare un lungo periodo di pace e prosperità in tutto il bacino del Mediterraneo, detta Pax Augustea.

Il convegno sarà anche un momento di aggiornamento delle conoscenze sui rinnovi urbanistici e iconografici attuati da Augusto in tutto il bacino del Mediterraneo, un mare cosmopolita e multiculturale che all’epoca era dominato da Roma, ma dove ogni popolo poteva conservare le proprie identità culturale. Diverse aree tematiche guideranno la due giorni napoletana, ponendo il focus sulla figura di Augusto nel sua aspetto umano e divino, il quadro economico e sociale dell’impero, l’otium del princeps in Campani, la definizione di un nuovo linguaggio figurativo e le trasformazioni dei luoghi e degli spazi. Si tenterà così di gettare nuova luce sulle dinamiche di formazione di quel nuovo sistema politico che Augusto definiva, in un editto, come “optimus status”.

Particolare rilievo sarà dato alle nuove scoperte archeologiche di un gruppo di professori spagnoli. A tal proposito, il professor Beltran spiega che “Nel periodo di Augusto si verificano importanti cambiamenti nelle comunità ispaniche del sud della Penisola, ma anche nella riforma amministrativa. Negli ultimi anni, l’archeologia in Andalusia ha messo in evidenza il rapporto delle aree urbane augustee locali contaminate da modelli romano-italici; cambiano l’architettura, la scultura, e l’epigrafia”. Dalla Spagna arriveranno, inoltre, i contributi di numerosi altri docenti universitari spagnoli, come Pilar León dell’Università di Siviglia e Carlos Marquez docente presso l’Università di Cordoba.

Autore Ospite

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