La decisione di tagliare un terzo dei deputati della Repubblica non è stata una buona decisione, come non lo sono tutte le decisioni affrettate degli ultimi anni su materie di grande valenza costituzionale senza un accordo tra tutte le forze politiche, ma operate in forza di una maggioranza numerica momentanea. Da qualche anno, si è sempre più frequentemente assistito alla dinamica che vede la maggioranza politica del momento forzare tempi per ottenere un risultato desiderato in dispregio della opinione di tutti, come sarebbe raccomandabile nel custodire indicazioni, norme, e principi costituzionali. Decidere in parlamento la riduzione del numero dei deputati come se fosse un problema di costi, è un offesa al parlamento, ai cittadini che votano, al buon senso. Infatti con il voto ottenuto senza un dibattito vero e senza una proposta dettagliata e motivata su pesi e contrappesi nuovi istituzionali per salvaguardare il voto popolare, la vicenda si spiega da se. Insomma i meccanismi elettorali a carattere maggioritario, la rimozione delle preferenze, la gestione delle candidature da parte delle élites nazionali dei partiti con il restringimento del numero dei rappresentanti dei territori, si otterrà una ulteriore squalificazione dell funzione del parlamento. Credo che difficilmente si sia assistito ad una operazione così problematica senza il confronto necessario, che da la misura del tempo buio che si sta vivendo. Spero che chi rappresenta le tradizioni Repubblicane, sappiano reagire a questa situazione aprendo un dibattito largo e profondo nel paese reale. Un grande paese democratico come gli Stati Uniti ha una costituzione e organismi da essa promanati di due secoli e mezzo, ma anche le modifiche più futili sono rifiutate e comunque discusse e ridiscusse per lungo tempo, mentre in Italia le fugaci maggioranze momentanee tentano di piegare ai propri interessi del momento, Costituzione e strumenti previsti per il funzionamento della Democrazia. Per questo penso che la nostra Repubblica è malata e bisogna guarirla.
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