Uno dei pilastri per la costruzione di una società più inclusiva e attenta alle fragilità emergenti è rappresentato dall’approccio globale alla persona, che sappia fare propri gli aspetti etico-morali, affettivi e relazionali di ognuno, indipendentemente dalle proprie condizioni.
Uno dei fondamenti del pensiero in riguardo agli aspetti sociali della vita di ogni cristiano è costituito dagli insegnamenti propri della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha preso avvio con l’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII nel 1891, con l’obiettivo di dare risposte alle precarie condizioni umane e lavorative degli operai e dei contadini. Ad oggi, attraverso le successive epoche e declinazioni, fino a giungere alla contemporaneità con Papa Francesco, la Dottrina Sociale rappresenta un baluardo irrinunciabile per l’espressione di una cultura della solidarietà reciproca e della promozione del bene comune in ogni ambito della nostra società. Interris.it, in merito a questo argomento, ha intervistato il dott. Alberto Stizzoli, presidente della Fondazione “Segni Nuovi” e del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa.
In che modo, secondo lei, gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa possono accrescere la solidarietà e la potenzialità del bene?
“La Dottrina Sociale della Chiesa fa parte della vita dell’uomo ed è nella sua natura. La solidarietà, ad esempio, è una qualità che, ognuno di noi, ha dentro di sé. Gli insegnamenti racchiusi nella Dottrina Sociale ci possono indirizzare su questo versante, coltivando una pianta che già c’è. La Dottrina Sociale è molto preziosa perché è rivolta a tutti gli uomini di buona volontà e non solamente ai credenti.”
Come si crea una cittadinanza attiva in grado di far sentire ogni persona al centro della società?
“La creazione di una cittadinanza attiva deve partire dalle persone. Le diverse associazioni ci sono perché le persone ne fanno parte. Questa sensibilità deve essere coltivata da ognuno di noi, operando sulla propria coscienza e, facendo sì che, ognuno aderisca ai gruppi e alle associazioni con cui si sente maggiormente in sintonia.”
Papa Francesco, nell’enciclica Laudato Sì, ci parla dell’importanza della cura della “casa comune”. In che modo, ognuno di noi, attraverso la sua quotidianità, può compiere questa azione?
“Credo molto nelle persone. Ognuno deve cominciare a prendersi cura della ‘casa comune’ partendo da sé stesso e da tutto ciò che lo circonda, comprese le persone. Parlo di cura con un’accezione molto ampia e, sotto questo profilo, le decisioni di ognuno di noi sono molto importanti. Occorre quindi fare un grande lavoro sulle coscienze di tutti.”
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