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Ruanda, Burundi e Tanzania, una centrale idroelettrica per tre sulle Rusumo Falls

Un progetto di grosse proporzioni quello della centrale idroelettrica che, una volta costruita al confine tra Burundi, Tanzania e Ruanda, permetterà ai tre Paesi di spartirsi, in parti uguali, circa 80 megawatt di elettricità. L’inizio dei lavori era previsto per la fine del mese di marzo del 2017 e, in pieno rispetto dei tempi, sono stati avviati nei pressi del fiume Kagera, in quello che è stato definito, dal ministro per l’Energia e risorse minerarie della Tanzania, Sospeter Muhongo, “una tappa importante e un forte segnale di cooperazione fra i tre Stati dell’Africa orientale coinvolti”. La centrale di Rusumo è ufficialmente avviata verso la realizzazione, la quale dovrebbe richiedere circa tre anni di lavori (la fine è prevista nel 2020), messi in atto da due consorzi cooperanti: uno appartenente a una cordata cinese, l’altro composto da aziende indiane e tedesche.

Ripartizione di energia

Un impianto modernissimo quello previsto dal progetto, in parte finanziato grazie a un prestito della Banca mondiale, il quale consentirà la produzione di energia sufficiente a garantire circa 26,6 megawatt a testa di elettricità per le tre nazioni, a fronte di un investimento di circa 340 milioni di dollari, con il supporto della Banca africana per lo sviluppo, impegnata a fornire finanziamenti per la costruzione di linee di trasmissione che consentano la distribuzione capillare dell’energia.

Rusumo Falls

Lavori che si inseriscono in un contesto decisamente difficile per la Tanzania, così come per il Burundi e il Ruanda, alle prese con enormi difficoltà legate al reperimento e alla distribuzione di energia elettrica. La nuova centrale, allestita in corrispondenza della forza motrice prodotta dalle cascate Rusumo Falls, andrà certamente a garantire una produzione sufficiente perlomeno a equilibrare la ripartizione di elettricità fra i tre Paesi: “Siamo molto soddisfatti – hanno dichiarato congiuntamente i ministri responsabili – di quanto è stato avviato. Il progetto condiviso e transfrontaliero di Rusumo Falls è finalmente iniziato, dopo più di 20 anni da quando, per la prima volta, era stato pensato”. Un lavoro che, in qualche modo, si accosta al progetto della diga di El Gibe, realizzata in Etiopia sul lago Turkana (fonte di vita per quasi 300 mila persone) e causa di molte proteste fra la popolazione locale, per il progressivo abbassamento del livello delle acque provocato dallo sbarramento del fiume Omo. Nel caso di Rusumo, tuttavia, non dovrebbe accadere nulla del genere: la produzione di risorse per i Paesi in questione non si inserisce in un progetto di rivalutazione economica a livello mondiale ma di equiparazione nella distribuzione di una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della popolazione.

redazione

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