Anche negli ospedali cattolici irlandesi che ricevono sussidi pubblici dovrà essere garantito l'aborto, una volta che la legge verrà approvata. Lo ha detto il primo ministro d'Irlanda Leo Varadkar, sottolineando che solo singoli medici, infermiere ed ostetriche potranno rinunciare a eseguire procedure per motivi di coscienza. Obiezione di coscienza che, tuttavia, non potrà essere sollevata dagli ospedali.
“Non sarà possibile per gli ospedali finanziati pubblicamente, a prescindere da chi siano i loro proprietari, di rinunciare a fornire questi servizi necessari che saranno legali in questo Stato una volta che questa legislazione sarà approvata dalla Camera e dal Senato”, ha detto Varadkar. “Sono felice di darvi questa sicurezza”, ha aggiunto. E ancora: “Tale legislazione consentirà alle persone di optare in base alla loro coscienza o alle loro convinzioni religiose, ma non permetterà agli istituti di farlo“. La legge che sta elaborando il governo irlandese consentirà a qualsiasi donna di richiedere un aborto fino a 12 settimane, con un periodo di riflessione, e consentirà l'aborto in casi estremi anche tra 12 e 24 settimane.
Il 25 maggio scorso un referendum ha fatto registrare la schiacciante vittoria del “sì” all'aborto da parte degli elettori irlandesi. Circa il 69% ha votato a favore dell'abrogazione dell'ottavo emendamento della Costituzione, che di fatto rendeva praticamente sempre illegale l'aborto. Il quale era consentita solo laddove fosse in pericolo la vita della donna, un'unica eccezione che deriva dal Protection of Life During Pregnancy Act approvato nel 2013 sull'onda dell'emozione provocata dalla morte di una donna incinta alla quale era stato rifiutato l'intervento.
Sul tema è intervenuto David Alton, membro della Camera dei Lord inglese, che ha detto: “Chiunque ama l’Irlanda e il suo popolo oggi si sente a disagio. Ogni aborto è una tragedia. L’Irlanda si pentirà di avere seguito l’esempio inglese, dove ogni tre minuti si verifica un aborto e il 90 per cento dei bambini con Sindrome di Down vengono abortiti“. Vedere persone in strada che festeggiano ed esultano per il referendum sull’aborto è “qualcosa di triste” secondo Alton che denuncia: “Rasenta l’oscenità che delle persone festeggino un evento che porterà a porre fine a vite innocenti. Lo spettacolo della folla riunita nel castello di Dublino, dove una volta le masse si riunivano per assistere alle esecuzioni pubbliche dei prigionieri, è stato disgustoso”.
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