Truppe paramilitari filo-governative irachene hanno conquistato la strategica città di Baaj, a ovest di Mosul, dove ancora resistevano i jihadisti dell’Isis, sbarrando una delle vie di accesso a Mosul, non ancora completamente liberata. A renderlo noto è Abu Mahdi al-Muhandis, uno dei capi del gruppo paramilitare delle Forze di Mobilitazione Popolare, che in un comunicato dichiara che i suoi uomini “hanno conquistato il centro di Baaj”, un progresso “importante per la strategia” dell’offensiva lanciata lo scorso ottobre dalla coalizione a guida Usa per cacciare i terroristi islamici dalla città vicina al confine con la Siria. Ma l’Unicef denuncia: “Stiamo ricevendo notizie allarmanti sull’uccisione di civili, tra cui anche diversi bambini, a Mosul ovest. Secondo quanto riferito alcuni sarebbero stati uccisi mentre provavano disperatamente a fuggire dai combattimenti che si stanno intensificando di ora in ora. Le vite dei bambini sono a rischio”.
Peter Hawkins, rappresentante dell’Unicef in Iraq, afferma: “I bambini vengono uccisi, feriti e utilizzati come scudi umani. Stanno subendo e assistendo a terribili violenze che nessun essere umano dovrebbe mai vedere. In alcuni casi, sono stati costretti a partecipare ai combattimenti e alle violenze”. “Si stima che 100.000 ragazze e ragazzi siano in condizioni estreme di pericolo nella città vecchia e in altre aree di Mosul – aggiunge -. Molti sono intrappolati e arrivano notizie di attacchi contro ospedali e altre strutture mediche“. Quindi, l’appello, rivolto a tutte le parti coinvolte nelle battaglie per “proteggere i bambini e tenerli lontani dalle violenze in ogni momento, rispettando i loro obblighi secondo il diritto umanitario. Attacchi contro civili e infrastrutture civili – prosegue -, compresi ospedali, cliniche, scuole, case e sistemi per la rete idrica dovrebbero finire immediatamente”.
Mentre infuria la guerra, l’Unicef, per rispondere ai bisogni urgenti di protezione dei bambini e delle famiglie vulnerabili in fuga dal conflitto, sta garantendo: riunificazione familiare ai bambini che sono stati separati dai loro genitori o da altri componenti della famiglia; assistenza legale ai bambini che sono stati detenuti dalle forze di sicurezza; supporto psicosociale di emergenza e altri servizi specializzati per la protezione dell’infanzia per i bambini vittime di traumi. L’organo dell’Onu per la tutela dei minori, sta anche lavorando con i suoi partner per predisporre aiuti di emergenza (come acqua e aiuti per l’igiene) lungo le diverse rotte che percorrono gli sfollati per raggiungere quante più persone possibile. Nei campi per sfollati, l’Unicef garantisce cibo, servizi sanitari di base, acqua e servizi igienico sanitari per supportare i bambini e le famiglie più vulnerabili.
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