Una cartella condivisa tra sei studenti delle superiori, solo due maggiorenni e oltre 250 fotografie di ragazze, metà della quali minorenni, nude o con atteggiamenti provocatori. E' quanto hanno svelato le indagini condotte dai carabinieri e che hanno portato all’incriminazione dei per pornografia e detenzione di materiale pedopornografico.
Secondo quanto riporta l’edizione modenese del Resto del Carlino si tratterebbe di un caso risalente all’agosto del 2018 quando i genitori di una delle giovani coinvolte – tutte compagne di scuola tra i 15 e i 19 anni – nello smartphone della figlia trovarono scatti hot. Non si tratterebbe dunque di una chat, ma di un file condiviso su un pc al quale si accedeva con una password. Forse le stesse ragazzine avrebbero inviato gli scatti inconsapevoli del fatto che sarebbero state condivise. Le immagini non sarebbero invece finite in rete, ma su questo si sta ancora cercando un chiarimento definitivo. Le indagini si avviano alla chiusura, i ragazzi avrebbero ammesso le loro responsabilità.
Un ragazzino su dieci scatta ed invia abitualmente immagini spinte, oggi più spesso rispetto agli scorsi anni. Sono soprattutto le ragazze a inviare foto hot. Il 6% di coloro che praticano il cosiddetto “sexting” sono preadolescenti, hanno 11 o 13 anni e tra questi il 70% sono solo ragazzine.
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