“Innanzi tutto bisogna specificare che tutti questi violenti terroristi dell’Islam ne sanno poco o niente. Ecco, perciò, che la nostra attività va in due direzioni. In favore degli imam stessi per aiutarli a capire meglio come e cosa meglio fare. Per insegnare la cultura della pace. Della fratellanza. Del pluralismo. E della diversità quale ricchezza. E ciò anche con corsi di aggiornamento. Poi un impegno verso la comunità in generale. Tramite incontri pubblici, sermoni, messaggi. Sfruttando anche la tecnologia. Come avviene nelle attuali situazioni di emergenza Covid”.
«Bisogna sicuramente essere molto vigili. E lavorare alle radici contro i gruppi terroristici. Nello stesso tempo sarei ottimista perché tutti siamo attenti. E l’interesse di tutti è prevenire e contrastare ogni eventuale infiltrazione deviata”.
“Con un’ opera continua di educazione e di confronto in particolare con i giovani. Oltre naturalmente a realizzare un’intesa con i musulmani. Secondo quanto viene riportato nella Costituzione Italiana”.
“Sulle persone ignoranti. Ignoranti sia culturalmente sia religiosamente. Lontane dalla loro comunità comunità. E che magari hanno subito frustrazioni e complessi personali. il tutto naturalmente non giustifica nessuna azione violenta. In nessun modo e per nessun motivo”.