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Ecco perché a pagare il costo della pandemia sono i bambini. Sos maltrattamento all’infanzia in Italia

Emergenza-sicurezza dei bambini durante la pandemia di Covid. Boom di maltrattamenti all’infanzia in Italia. È allarme nel Mezzogiorno. L’Emilia-Romagna riconquista il primato di regione più virtuosa nel fronteggiare il maltrattamento all’infanzia. Tra i giovanissimi si registra un boom di accessi nei pronto soccorso per tentati suicidi. Depressione. E disturbi del comportamento alimentare. In crescita i reati contro i minori. In aumento anche la violenza domestica sulle donne. Sul corpo ancora ferito del Paese oltre due anni di pandemia hanno lasciato cicatrici evidenti. E in taluni casi indelebili. A pagare il tributo più alto sono stati come sempre i più vulnerabili. A cominciare da bambini e adolescenti. È preoccupante il quadro che emerge dall’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia. La Fondazione Cesvi, nell’edizione di quest’anno, dedica un focus particolare all’impatto prodotto dalla pandemia sulla sicurezza dei più piccoli.

Bambini a rischio

“La pandemia ha aumentato in modo drammatico tutti i fattori di rischio. Gli elementi cioè che sono alla base del maltrattamento all’infanzia. Agendo in molti casi da detonatore in situazioni di disagio pregresso. Povertà. disoccupazione. Deterioramento della salute mentale. Isolamento. Contrazione delle relazioni sociali”, spiega Gloria Zavatta. Presidente della fondazione Cesvi. Il report è stato consegnato alla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. L’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia è stato redatto dalle ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile. Analizza la vulnerabilità dei bambini nelle singole regioni italiane. Attraverso l’analisi dei fattori di rischio presenti sul territorio. E della capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti. Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori. Classificati rispetto a sei diverse capacità che rappresentano la struttura portante dell’Indice. Ossia capacità di cura di sé e degli altri. Di vivere una vita sana. Di condurre una vita sicura. Di acquisire conoscenza e sapere. Di lavorare. E di avere accesso a risorse e servizi.

Azione collettiva

Osserva la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Elena Bonetti: “Il lavoro di Cesvi è un contributo importante. Serve a quell’azione collettiva che è necessario mettere in campo. Per prevenire qualsiasi forma di violenza contro i bambini e le bambine. Proteggere le vittime di abusi. Promuovere percorsi di cura. C’è bisogno, infatti, di un intervento strutturale. Affinché i servizi sul territorio siano uniformi a livello nazionale. Allo stesso modo è importante promuovere la conoscenza e il monitoraggio del fenomeno. attraverso la raccolta sistematica dei dati”. Il maltrattamento all’infanzia rimane un problema particolarmente grave e pervasivo. Nella società produce conseguenze drammatiche sulla salute dei maltrattati nel breve e nel lungo termine. Sul loro equilibrio psico-fisico. E, più in generale, su tutta la comunità. Gli ex bambini maltrattati diventano adulti che vivono con un pesante fardello di dolore. E spesso lo scaricano sui propri figli. Generando un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale. Che solo un intervento esterno può interrompere. La violenza contro i minori è, quindi, un fenomeno sistemico. Che non può essere ricondotto esclusivamente a dinamiche relazionali familiari. Ma che rappresenta un grave problema di salute pubblica. Prima, durante, dopo la pandemia. E che richiede un approccio globale.

Effetto sui minori

L’effetto della pandemia sui minori emerge dalle interviste condotte con operatori dei servizi sul territorio. Sanità, scuola, giustizia. Il focus sulla sicurezza dell’infanzia durante la pandemia Covid restituisce un’immagine allarmante. A rischio lo stato di salute, fisica e mentale di giovani e giovanissimi. Con un boom di accessi nei pronto soccorso. Per disturbi neuropsichiatrici. Un segno tangibile di un malessere diffuso. Solo nel primo anno di pandemia, si è registrato un incremento degli ingressi di oltre l’80%. Un allarme condiviso dalla Società italiana di pediatria. Ideazione suicidaria. Depressione. Disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia). Sono queste le cause principali. Il deterioramento dello stato di salute tra gli adolescenti viene certificato dall’Istat. Nel secondo anno di pandemia l’indice di salute mentale cala decisamente nella fascia 14-19 anni. Mentre raddoppia il numero degli adolescenti che si dichiarano insoddisfatti.

Violenza domestica

Una tendenza confermata anche dall’aumento dei reati perpetrati su bambini e adolescenti durante la pandemia. Secondo i dati della polizia criminale. I maltrattamenti contro familiari e conviventi minori registrano un +11% nel 2020. Nel primo anno di lockdown crescono in modo esponenziale anche i reati di pedopornografia. E di adescamento online (+77%). In aumento anche la violenza sulle donne. Forte incremento delle chiamate al numero antiviolenza e stalking (1522) durante la prima fase del lockdown. Il luogo dove più frequentemente si consuma la violenza è la casa della vittima.  La violenza che si consuma nel chiuso delle mura domestiche può tradursi in violenza assistita dai minori. Secondo le stime dell’Istat, circa il 50% dei figli assiste alla violenza. Il 10% la subisce.

Italia a due velocità

L‘Indice fornisce l’immagine di un’Italia a due velocità. Con un’elevata criticità del Sud Italia che resta al di sotto della media nazionale. Le ultime quattro posizioni sono occupate da Campania (20°). Sicilia (19°). Calabria (18°). Puglia (17°).  Le regioni presentano importanti criticità complessive di sistema. Ne deriva l’urgenza di piani di intervento strutturali di medio-lungo termine. Per agire sui fattori di rischio e sul complesso del sistema dei servizi. L’Emilia-Romagna è la regione con la migliore capacità di fronteggiare il maltrattamento ai minori. In una sintesi finale tra fattori di rischio e servizi. Seguono Trentino-Alto Adige (2°). Veneto (3°). Friuli-Venezia Giulia (4°). Toscana (5°). E Liguria (6°).

 

Giacomo Galeazzi

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