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Perché quello di Gesù è l'unico vero battesimo

Mi commuove questo Gesù che si mette in fila per farsi battezzare e poi va da una parte, da solo, a pregare. Mi commuove perché per una volta non fa una cosa per gli altri, che so, un miracolo o una predica, ma una cosa per sé. Dopo il battesimo si mette quieto, a mani giunte come un bambino, e prega il Padre suo. E il Padre suo, nel bel mezzo della sua preghiera, gli fa un dono. Pensa: oggi tocca a te, Figlio mio. Allora il cielo si apre e il Padre gli dice: tu sei il Figlio mio, l'amato, in te ho posto il mio compiacimento! In genere le parole, anche le più belle, si perdono tutte nell'aria. Queste parole invece erano diverse, erano nuove, erano parole di Dio: sembravano avere un corpo, leggiadro e svelto, come di colomba. Scesero e si posarono sul Figlio in preghiera, entrarono dentro di lui, diventarono una sola cosa con lui, diventarono lui. Sì, perché Gesù vuol dire Salvatore, e se è salvatore, lo è per salvare noi. Ma se Gesù è salvatore, lo è proprio perché è amato dal Padre. Per questo può dire: io non sono mai solo, perché il Padre è con me. Per questo il suo cibo è fare la volontà del Padre. Per questo può dare la vita senza misura, senza timore di perderla. Perché lui non è e non vuole essere nient'altro che questo: amato dal Padre. Ecco perché è così libero: perché è libero da sé. Anzi, in Gesù non c'è altro “sé” al di fuori dell'amore del Padre.

No, non è vero che il battesimo di Gesù è un battesimo per modo di dire, quasi un battesimo finto. Non è vero che, siccome è senza peccato, non ha bisogno di alcun battesimo e ha fatto questo gesto solo per darci il buon esempio. E' piuttosto vero il contrario: il battesimo di Gesù è l'unico vero battesimo e ogni battesimo è compreso in questo battesimo. Ogni battesimo quindi dice dono per sempre. E il dono è: io sono amato dal Padre, sono il suo figlio prediletto. In me il Padre ha posto in suo compiacimento. Questo dono mi riempie, esaurisce la totalità del mio essere, tanto che posso dire di non vivere più io, ma Cristo, l'Amato dal Padre. Allora vivo da espropriato. E se vivo in questo modo, da rinato in questo modo, allora, e solo allora, divento libero di amare, cioè di fare dono di me. Perché divento libero da me. Perché la mia vita è nascosta con Cristo in Dio, laddove ha sede la vera mia dimora, il “seno del Padre” (Gv 1,18). Noi guardiamo sempre avanti, a quello che non abbiamo e che ancora ci manca. Invece oggi la Chiesa sembra suggerirci che ciò che veramente conta c'è già stato. Tocca a noi scoprirlo ogni giorno.

don Luca Brenna

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