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Liberarsi dagli automatismi e dagli schemi

Siamo troppo abituati alle cose che funzionano facilmente e automaticamente. Il progresso tecnico lo offre con una generosità sempre più grande. La vita, almeno nel nostro ambiente eurpeo, è diventata troppo ovvia. In effetti, spesso trasferiamo questo tipo di comportamento sulle persone. Ci aspettiamo che siano come dispositivi che reagiscono direttamente ai nostri click o ai movimenti delle nostre dita sullo schermo. Tutto deve capitare subito e perfettamente. Ma le persone non sono così. Anzi, danno e devono dare resistenza. Non sono prevedibili. Non rispondono, né reagiscono subito. Talvolta non reagiscono per niente. E Dio? La nostra esperienza religiosa o spirituale anche, purtroppo, subisce la tendenza sopra descritta. Aspettiamo reazioni immediate alle nostre preghiere. Vogliamo vedere velocemente gli effeti dei nostri interventi o della formazione. Giudichiamo gli altri, ma anche le situazioni, troppo presto e troppo facilmente, piuttosto condannando che cercando di capire, salvare o aiutare.

Si può dire che Gesù, essendo Dio, aveva una facilità di fare i miracoli. Si, ogni tanto pregava il suo Padre. Però spesso i miracoli sembravano di uscire da lui quasi spontaneamente. Accadde proprio così con la guarigione dei dieci lebbrosi. L'evangelista Luca, essendo medico lui stesso, lo esprime in una frase molto caratteristica: “Appena li vide, Gesù disse loro: 'Andate a presentarvi ai sacerdoti'. E mentre essi andavano, furono purificati.(Lc17,14)”. Un miracolo fatto direttamente, quasi “in fretta”. Gesù voleva essere discreto? Forse aveva altre cose da fare, non voleva distrarsi. Ma fu preciso nell'istruzione rivolta ai guariti. E molto teologico.

E il loro comportamento sembra proprio seguire questa linea “automatica”. Purificati, si buttano subito nella vita, ormai molto più facile e bella. La grandezza della guarigione la nota solo uno di loro. Interessante come Gesù apprezzi molto il suo attegiamento criticando gli altri che hanno dato per scontato la straordinarietà della guarigione. Gesù allora si aspettava un ringraziamento? Avrebbe potuto nascondersi. Ma lui, essendo puramente all’altro lato di qualsiasi automatismo, nota l'unica persona che torna indietro per dire grazie. Apre, così, a dei microspazi di meraviglia che altro non sono che la porta del ringraziamento.

Non è facile ringraziare perché non è facile meravigliarsi delle cose che ci capitano. Siano grandi o piccoli, ormai, nell’epoca di automatismo e di immediatezza, tutto sembra dovuto. Ci arrabbiamo pure quando qualcosa non arriva velocemente come ce lo aspettiamo. Per questo ci vuole lo sguardo, sensibilità ed intelligenza di Gesù. E sopratutto la libertà da ogni automatismo e dagli schemi. Dobbiamo impararla subito, prima che l’automatizzazione ci tolga anche la capacità di pensare e fare le scelte.

padre Bernard Sawicki

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