Con la festa del Battesimo del Signore si conclude il periodo natalizio, nel quale si è manifestata per tutti la bontà misericordiosa di Dio, che si è incarnato per prendere sulle sue spalle il peso del peccato di tutta l’umanità. La liturgia della Chiesa parla di tre manifestazioni di Cristo: a Betlemme ai Magi, nel battesimo al fiume Giordano a Giovanni e ai suoi discepoli e a Cana, a sua madre Maria, agli apostoli e agli invitati alla festa di nozze. Non è un caso che nell’arco della parete sinistra del presbiterio del duomo di Monreale, il cui progetto iconografico è legato alla Bibbia e alla liturgia, queste tre manifestazioni vengano raffigurate assieme.
Nel Giordano, Gesù porta con sé tutta l’umanità in questo “sepolcro liquido“, per vincere per tutti noi il peccato e la morte e da lì riemerge vittorioso. Se la prima epifania ai Magi è la festa della missione universale di Cristo, il battesimo ci indica il metodo di tale missione che è la condivisione. Gesù inizia il suo cammino tra gli uomini immergendosi totalmente nella realtà umana: si mette in fila con il popolo dei penitenti e scende nell’acqua. Ci colpisce la figura di Gesù, l'innocente che è senza peccato, che accetta di sottoporsi ad un battesimo per la remissione dei peccati, per essere solidale col popolo dei peccatori, pronto alla conversione per accogliere la salvezza come dono di Dio.
Nell'incontro con Cristo, che inizia con il battesimo, i cieli chiusi dall'incredulità, dalla autosufficienza, dall'indifferenza, dalla mediocrità, che si possono annidare anche nel nostro cuore, si squarciano e noi comprendiamo il senso della nostra vita non come una necessità o una fatalità ma come una vocazione, come una missione ad immergerci nella corrente dell'amore gratuito di Dio che inizia a manifestarsi a Natale e trova il suo culmine a Pasqua.
Nel mistero del suo e del nostro battesimo Gesù Cristo ci aiuta a riscoprire la nostra vocazione e la nostra missione. Il sacramento cristiano non è una polizza di assicurazione che ci garantisce il paradiso, ma un “battesimo di fuoco“, che ci fa superare l'apatia e il disimpegno e che ci inserisce nel dinamismo dello Spirito suscitatore di un impegno continuo animato dalla fiamma della carità che ci porta ad essere testimoni dell'amore gratuito di Dio in un mondo che si accontenta di un mediocre e saltuario buonismo che tenta di mascherare un egoismo tornacontista.
Rimanere fedeli al battesimo significa fare di Cristo il centro della nostra vita ed essere testimoni credibili dell'amore gratuito di Dio, svolgendo il nostro servizio alla comunità umana con lo stile evangelico che Cristo ci ha testimoniato.
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