Il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito il Marocco venerdì notte è aumentato e ora sfiora le 2500 vittime. Una cifra destinata probabilmente a crescere perché moltissimi villaggi sono ancora isolati. Migliaia i feriti e quanti sono rimasti senza una casa. Scatta intanto la solidarietà internazionale.
Il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito il Marocco venerdì notte è aumentato a quota 2.497: lo scrive il media marocchino Medias24, che cita il ministero dell’Interno. I feriti, aggiunge, sono almeno 2.476.
“Abbiamo raggiunto località dove non sono arrivati i soccorsi, ci sono ancora morti sotto le macerie e gente che tenta da sola di tirarli fuori. Qui le persone sono prive di qualsiasi assistenza e non era arrivato nessuno, quando ci hanno visti si sono gettati sulle nostre macchine. Siamo qui in forma privata non c’entra niente lo stato italiano”. È quanto afferma Cicchetti Marchegiani, presidente del Raggruppamento operativo emergenze (Roe), colonna mobile di Protezione civile, partito da Roma e ora in Marocco con il un team di quattro persone. La squadra scouting del Roe ha raggiunto le località più colpite alle pendici della catena montuosa principale del Marocco e si trova ad Adassil, per poi andare a Imindounit.
Le radio continuano a trasmettere versetti del Corano, musica bandita durante i giorni di lutto, su tutte le emittenti radiofoniche e televisive. Si seppelliscono i cadaveri e si tenta di dare aiuto ai sopravvissuti. Marrakech si mobilita in queste ore, man mano che lo shock del terremoto lascia il posto alla reazione per tornare a vivere. Oltre mille medici e quasi duemila infermieri sono accorsi nelle aeree disastrate e in particolare nella provincia di Al Haouz. La chiamata alla solidarietà dei marocchini si concretizza per esempio nelle 6mila sacche di sangue al giorno donate nei centri di raccolta.
Marrakech, con i coraggiosi turisti rimasti in città, anche per dare una mano, nonostante la paura, libera i vicoli dai detriti, sbarra gli ingressi alle strutture pericolanti e fa la conta dei danni. Tutte le forze armate del Marocco sono affluite nella regione dell’epicentro del sisma che con i suoi 7 gradi della scala Richter ha squassato il paese. Ci sono villaggi ancora da raggiungere, sulle montagne dell’Atlante. Gli sfollati si accampano fuori dalle mura, negli spazi aperti a ridosso della medina.
La macchina della solidarietà si è messa in moto: in numerosi centri della città nuova sono organizzate raccolte di coperte e abiti da inviare nei villaggi dell’Atlante. Fondazioni e ong del posto sono già in pista, con raccolta fondi, come per esempio Efa (Education for all), British Maroccan society, o più direttamente come Amalnonprofit che prepara 1000 pasti al giorno per gli sfollati in collaborazione con World Central Kitchen.
Fonte: Ansa
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