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Marchigiani dell’Anno: a Senigallia la premiazione

Sono 14 le persone che quest’anno hanno ricevuto il premio “Marchigiani dell’anno”, giunto all’edizione numero 31, evento promosso dall’Accademia di Scienza e cultura marchigiana e dall’Accademia Marchigiani dell’anno. Al Finis Africae Resort della località marittima marchigiana sono giunti anche il Ministro del Turismo Massimo Gravaglia e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che hanno assistito alla premiazione e preso parte al dibattito su alimentazione e salute. La serata è stata condotta da Marco Zingaretti.

I premiati

Il primo a salire sul palco è stato l’ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti che ha ricevuto il premio per la sua missione in un Paese cruciale per gli equilibri del Medio Oriente. hanno ricevuto l’onorificenza il dottor Andrea Morandi, amministratore delegato della Morandi Group; Federica Vannoni, manager del gruppo Michelacci; Guido Silvestri, virologo, immunologo, patologo, divulgatore scientifico e accademico italiano; il Professor Claudio Pettinari, Magnifico Rettore dell’Università di Camerino; Nico Giacomel, con il suo ristorante “La Ginestra” al Passo del Furlo; Piergiorgio Cariaggi del Lanificio Cariaggi S.p.a; premiato per la sua attenzione particolare per le Marce, l’Onorevole Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo; lo chef Enrico Derflinger che all’età di 26 anni è divenuto chef della Regina Elisabetta; il prof. Massimo Massetti, cardiochirurgo al Policlinico Gemelli di Roma e Docente Ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore; Graziano Mazza, titolare del cazaturificio “La Premiata” di Montegranaro; l’imprenditrice Stefania Pignatelli, titolare, insieme a suo marito, del Borgo Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama. Premiata anche la giornalista fabrianese Giorgia Cardinaletti, diventata da questa settimana il volto e la voce del Tg1 delle ore 20 su Rai uno.

Premio Marchigiano dell’Anno all’ex Questore di Macerata Antonio Pignataro

Tra le personalità che hanno ricevuto il premio, per la prima c’è anche un non marchigiano. Si tratta dell’ex questore di Macerata, Antonio Pignataro, che si è distinto nel gestire l’emergenza che si è creata nel capoluogo marchigiano dopo l’efferata uccisione di Pamela Mastropietro e il raid razzista si Luca Traini. Il Questore, durante i tre anni passati a Macerata, si è contraddistinto per la sua instancabile e incessante lotta contro lo spaccio di droga. Un esempio è il progetto “Scuole sicure” che aveva come obiettivo quello di togliere dalla strada le sostanze stupefacenti e mettere al sicuro molti giovani che sarebbero potuti cadere nel tunnel della dipendenza.

Pignataro, come riporta l’Agi, ha dedicato il premio ai poliziotti di quella questura per il lavoro fatto contro gli spacciatori in cui sono rimasti feriti oltre 40 agenti durante gli interventi operativi di contrasto. Inoltre, come riporta l’Agenzia Italiana, il Questore ha voluto sottolineare che la città di Macerata, identificata sulle prime pagine dei quotidiani nazionali come la “fabbrica della paura”, ha saputo reagire diventando la “città delle risposte” contro l’illegalità, contro la criminalità nigeriana, contro la degenerazione della movida, e ha dato un messaggio di legalità a tutto il Paese, soprattutto per quanto riguarda la vendita della “cannabis light”, maldestramente propagandata come innocua e legale.

A causa di questa lotta condotta come “unicum nazionale”, che ha causato un forte dibattito politico con le relative conseguenze, Pignataro – riporta l’Agi – ha voluto ricordare anche il coraggio, non solo del vescovo Nazzareno Marconi, autore di una lettera di vicinanza, solidarietà e condivisione, ma anche l’impegno dei valorosi magistrati della Procura di Macerata con il procuratore Giovanni Giorgio, i quali non gli hanno mai fatto mancare la loro solidarietà.

Il questore Pignataro, per concludere, nel percorrere i suoi tre anni trascorsi a Macerata in prima linea, con l’esemplare sostegno e solidarietà della Comunità maceratese, ha voluto anche ricordare come esempio mirabile il lavoro dei giornalisti delle testate locali che hanno raccontato sempre con grande professionalità e onestà intellettuale l’accadimento dei fatti, a volte anche con qualche suggerimento che ha contribuito a far raggiungere i massimi risultati conseguibili, scrive ancora l’Agi.

Ha infine voluto ringraziare i sindaci che non hanno mai fatto mancare la loro solidarietà e vicinanza esplicitata anche nell’aver condiviso l’intitolazione di piazze, strade, teatri all’agente di polizia Calogero Zucchetto, al maresciallo dei Carabinieri Trapassi, all’appuntato dei carabinieri Bartolotta, al commissario di polizia Giuseppe Montana, al vice questore Ninni Cassarà, all’agente della polizia Roberto Antiochia e all’agente Natale Mondo, per aver offerto la propria vita in nome della legalità, della democrazia e della libertà.

Manuela Petrini

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