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Iran: 11 morti e 3500 feriti nelle proteste durante la festa del Charshanbesuri

Almeno 11 persone sono morte e oltre 3.500 sono rimaste ferite in varie città dell’Iran la scorsa notte per le proteste, annunciate dagli attivisti, durante la festività del Charshanbesuri, tradizionale celebrazione che cade durante la notte prima dell’ultimo mercoledì prima del capodanno iraniano.

Lo ha affermato Jafar Miadfar, capo dell’Organizzazione nazionale per le emergenze mediche, parlando, in un discorso alla tv di Stato, di incidenti avvenuti durante le celebrazioni in cui i partecipanti saltano sopra un fuoco per scacciare spiriti maligni.

Iran: 11 morti e 3500 feriti in proteste la scorsa notte

La festività di Charshanbesuri è ritenuta pagana dalla stragrande maggioranza del clero sciita e il capo della polizia aveva fatto sapere di considerare l’evento “pericoloso”. Non sono state fornite informazioni su eventuali arresti. Durante le celebrazioni nella notte di ieri, molte persone hanno protestato contro il governo in varie città del Paese, tra cui Teheran, Isfahan, Rasht e Saqqez. In occasione del Charshanbesuri, ieri gli attivisti avevano convocato tre giorni di proteste per proseguire le dimostrazioni anti governative iniziate in settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Iran: accordo con Aiea, forniremo risposte su siti nucleari

L’Iran ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con l’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’energia atomica, accettando di fornire chuiarimenti sul suo arricchimento dell’uranio e su tre suoi siti nucleari non dichiarati. Lo ha detto il portavoce dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran (Aeoi), Behrouz Kamalvandi.

“La recente visita a Teheran del direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, è stata positiva e nell’incontro abbiamo fatto passi avanti”, ha detti Kamalvandi citato dall’agenzia Irna, precisando di non essere “né ottimista, né possimista sul futuro della collaborazione”, con l’agenzia Onu. Sono due anni che l’Aiea fa pressione sull’Iran perché fornisca spiegazioni sulla scoperta di uranio nei siti di Varamin, Torghouzabad, entrambi vicini a Teheran, e a Marivan, nel Kurdistan iraniano.

“Riguardo al sito di Marivan, il problema sono le tracce di uranio 236 rilevate e abbiamo spiegato che l’uranio vi fu trasferito in Iran molti anni fa dall’allora Unione sovietica, ma che è stato negato”, ha dichiarato Kamalvandi. Quanto alle particelle di uranio arricchito all’84% nel sito di Fordow, il portavoce dell’agenzia iraniana ha detto che Teheran ha autorizzato l’Aiea a incrementare le sue ispezioni da otto a 11 al mese.

Fonte: Ansa

redazione

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