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L’opportunità di una vacanza

L’estate può stancarci. Sentiamo ancora il peso di un anno di lavoro. Fa tanto caldo. Non vogliamo far niente. Non è facile neanche riposare. Anche per questo dobbiamo organizzarci in qualche modo, ma come?
Tuttavia, nello stesso periodo, accadono tante cose importanti, decisive, tragiche, terrificanti. Tante persone non riposano, anzi sono purtroppo estremamente attive! Eppure le nostre impostazioni ideologiche e spirituali non riescono seguire tutto questo. Fa caldo, ci sono le vacanze, siamo distratti. Molto spesso la stanchezza diventa la giustificazione delle nostre scelte, o piuttosto la mancanza di esse. Nel nostro cuore pensiamo: Basta, abbiamo il diritto di stare in pace.

Questa esperienza non è per niente nuova. Da molti secoli le persone sagge (i filosofi) cercavano le possibilità di distacco dal mondo e dalle sue tensioni per vivere pienamente, meglio. Erano convinti che solo cosi un essere umano può realizzarsi, stando bene con se stesso; un tale atteggiamento richiedeva tanti sforzi dall’autodisciplina alla pazienza.

Questo lavoro spirituale interno richiede tanta attenzione e forza, difficile da trovare nel normale dipanarsi del mondo con tutti i suoi affari. E proprio per questo l’estate vogliamo fermarci, ritirarci; sostanzialmente solo per non ricevere ancora nuovi stimoli. Vogliamo far niente, o piuttosto solo le cose che ci piacciono. Almeno per qualche giorno, a qualunque prezzo, prima che torni di nuovo l’incubo delle notizie dal mondo che ci circonda.

Le vacanze, il tempo del riposo, potrebbero allora paradossalmente diventare un’occasione per recuperare noi stessi. Nella tradizione filosofica (e anche monastica) questo stato privilegiato di una certa libertà interiore per progredire avanti nella nostra umanità veniva chiamato otium, cioè mancanza di attività, un ben giustificato e nobile “dolce far niente”, nel significato migliore di questa espressione.

Ecco un’opportunità per vedere il mondo diversamente: non come un’ossessione, ma come qualcosa lontana, meno importante del nostro interiore. In un periodo di riposo totale, cerchiamo di godere il tempo libero per riflettere su noi stessi, sulle cose essenziali. Senz’altro questo è un lusso, ma ce lo meritiamo. Non siamo le macchine, né uno dei loro ingranaggi.

Ci può aiutare una buona lettura, un incontro con le persone sagge, ma anche una tranquilla passeggiata. Forse ci scopriremo ancora capaci di stupirci. Il mondo, il creato, nonostante tutto è troppo bello per essere solo una fatica continua.

fr. Bernard Sawicki osb
www.anselmianum.com

 

 

 

 

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