Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio, è un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. Il Sinodo dei Vescovi ha come tema ”Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Questo sinodo della Chiesa universale si intreccia con quello della Chiesa Italiana e i vari sinodi delle Chiese particolari.
Papa Francesco ha detto che “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio” (SVMC, 1). La Chiesa sinodale è un “popolo di figli” e, un “popolo di fratelli e di sorelle, che camminano e decidono insieme facendo ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità. La sinodalità deve caratterizzare la vita della Chiesa in uscita che va verso la comunità degli uomini, verso le piaghe tristi della povertà vecchie e nuove e quelle doloranti delle divisioni e delle inimicizie. La sinodalità, indica lo specifico modo di vivere e di operare della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione, nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea, nella partecipazione responsabile e ordinata di tutti i suoi membri al discernimento dei “segni dei tempi” , nell’impegno per la nuova evangelizzazione.
Tutti i membri della Chiesa sono corresponsabili della vita e della missione della comunità e tutti sono chiamati ad operare secondo la legge della mutua solidarietà nel rispetto degli specifici ministeri e carismi, in quanto ognuno di essi attinge la sua energia dall’unico Signore (cfr. 1Cor 15,45), all’unico Spirito e all’unico Dio e Padre. Papa Francesco ci ha esortato a coniugare nella vita di ogni giorno tre verbi: incontrare, ascoltare, discernere. Aprendo il Sinodo, il Pontefice ha detto che siamo chiamati a diventare esperti nell’arte dell’incontro. Non nell’organizzare eventi o nel fare una riflessione teorica sui problemi, ma anzitutto nel prenderci un tempo per incontrare il Signore e favorire l’incontro tra di noi. Un tempo per dare spazio alla preghiera, all’adorazione –a quello che lo Spirito vuole dire alla Chiesa; per lasciarci toccare dalle domande delle sorelle e dei fratelli, aiutarci affinché la diversità di carismi, vocazioni e ministeri ci arricchisca.
Ascoltare è scoprire con stupore che lo Spirito Santo soffia in modo sempre sorprendente, per suggerire percorsi e linguaggi nuovi. È un esercizio lento, forse faticoso, per imparare ad ascoltarci a vicenda – vescovi, preti, religiosi e laici, tutti i battezzati – evitando risposte artificiali e superficiali. Lo Spirito ci chiede di metterci in ascolto delle domande, degli affanni, delle speranze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione. E anche in ascolto del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette davanti. Siamo chiamati ad essere segno di una Chiesa in ascolto e in cammino. In questo modo possiamo prepararci a celebrare il Sinodo diocesano, quello della Chiesa Italiana e a dare il contributo al Sinodo della Chiesa universale.
Una Chiesa che non ascolta e che si mostra chiusa alla novità e alle sorprese dello Spirito che rinnova la faccia della terra, non potrà risultare credibile, in particolare per i giovani, che inevitabilmente si allontaneranno anziché avvicinarsi. Il Vangelo ci presenta i discepoli che dopo l’Ascensione sono riuniti nel cenacolo e sono perseveranti e concordi nella preghiera con Maria madre di Gesù. È una immagine della Chiesa primitiva, che costituisce il riferimento ideale per ogni comunità cristiana. La comunità che si ritrova a pregare è un luogo di fraternità. Sono presenti gli undici, Maria la Madre di Gesù, i suoi fratelli e alcune donne.
Maria Ss. come madre della Chiesa fa sperimentare lo stare insieme di persone diverse nella “convivialità delle differenze”. Il loro atteggiamento spirituale è la preghiera come colloquio personale e comunitario dei figli verso il Padre. La preghiera ha le caratteristiche della perseveranza non episodica e della concordia che si oppone all’autoreferenzialità e al narcisismo spirituale, nella certezza che l’essere un cuor solo e un’anima sola realizza una presenza nuova di Gesù attraverso il Suo Spirito. Dobbiamo riscoprire e rilanciare l’ispirazione catecumenale della catechesi che apre la strada ad un accompagnamento dei processi di crescita e alla maturazione di una nuova identità dei credenti adulti che annunciano e testimoniano la fede ricevuta.
È importante dare anche nuova linfa alla catechesi degli adolescenti e dei giovani, aiutandoli nel discernimento vocazionale. Bisogna dedicare una particolare attenzione alle persone con disabilità. È importante valorizzare la missione evangelizzatrice delle famiglie promuovendo una preparazione al sacramento del matrimonio di ispirazione catecumenale, sostenendo i genitori nell’educazione cristiana dei propri figli e avendo una particolare cura pastorale delle famiglie in difficoltà o in situazioni dette “irregolari”. “Camminare insieme” è la missione della Chiesa sinodale.
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