Editoriale

Tutela dei minori: le nuove sfide arrivano dall’AI e dal Metaverso

Tutelare i minori dovrebbe essere sempre una priorità, senza ritardi. Non sempre è così e i ritardi sono sempre particolarmente rischiosi e pericolosi per la “incolumità” della “generazione z” tra vantaggi, opportunità e rischi con l’evoluzione delle nuove tecnologie digitali.

Il 21 novembre p.v. entreranno in vigore le nuove regole che, consiglio di leggere e sono contenute all’interno di una delibera dell’Agcom. Ma prima di analizzare, in breve, l’auspicato blocco di servizi digitali ritenuto pericolosi e offensivi ai minori, è bene ribadire che non possiamo abbassare la guardia per informare i genitori e i minori delle grandi opportunità e delle possibili regole da adottare per salvaguardare i propri figli.

La regola salva la vita, o almeno evita, se rispettata, incidenti o situazioni di pericolo. Ogni anno Meter promuove Campagne di sensibilizzazione per l’utilizzo corretto delle nuove tecnologie da parte dei minori, estesa alla responsabilità dei genitori: tutori e garanti dei loro figli. “In riga su Internet”, un decalogo di regole aggiornate annualmente, è una delle tante proposte in questi anni.

Non è da ora che si è detto che “internet e le nuove tecnologie sfruttano la vulnerabilità delle persone“, soprattutto minori. L’utilizzo indiscriminato di uno smartphone e del web da parte di minorenni, senza “vigilanza” e senza un sistema di “parent control” possono provocare danni spesso irreversibili che ledono la dignità dei minori mettendoli in serio pericolo. Le nuove sfide dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso già impongono nuove regole e nuove norme.

Ecco che dal 21 novembre 2023 verrà bloccato l’accesso a otto categorie di siti annoverati nella delibera dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) come inappropriati nel caso in cui ad accedere siano cellulari con una sim card intestata a ragazzi che hanno meno di 18 anni.

Già nel 2020 una norma stabiliva, non applicata, che le società di telefonia avrebbero dovuto assicurare agli utenti servizi di parental control gratuiti, ma non è avvenuto ed è questa una delle ragione che l’Agcom è dovuta intervenire adottando le linee guida finalizzate all’attuazione dell’art. 7-bis del D.L. 30 aprile 2020.

Se pensiamo che proprio nel pieno della pandemia i reati online sono aumentati in maniera esponenziale, come gli adescamenti di minori, forse una domanda dovremmo lecitamente farla: come mai quella norma non fu applicata? Per quali interessi, dato che era per la tutela dei minori di inopportuni e inappropriati contenuti digitali?.

Il Decreto dell’Agcom è un atto che possiamo dire positivo e che fissa dei criteri di tutela. Le categorie vietate sono: Contenuti per adulti, gioco d’azzardo e scommesse, armi, violenza, odio e discriminazione, promozione di pratiche che possano danneggiare la salute, anonymezer (siti che forniscono strumenti per rendere l’attività online non rintracciabile), sette sono le principali categorie che secondo l’Agcom devono essere assoggettate al parental control, stabilendo che i sistemi di controllo parentale siano attivi di default nelle offerte dedicate ai minori. Di conseguenza le sim intestate a un minore o sulle quali è attivo un piano dedicato dal 21 novembre avranno attivo il blocco.

Inoltre, per i ragazzi non sarà più così facile aggirare le restrizioni dei controlli. Infatti, l’Autorità ha previsto una procedura rafforzata che passa attraverso l’autenticazione tramite spid e lo sblocco con una password (otp) inviata tramite sms.

Auspichiamo, oltre al rispetto delle regole, la responsabilità dei geniori i primi “parent control” dei loro figli.

don Fortunato Di Noto

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