Editoriale

L’immagine che racconta la tragicità dei flussi migratori

Dall’inizio dell’anno sono sbarcati nelle nostre coste 130mila persone, il doppio dell’anno scorso, il triplo rispetto a due anni fa. Quest’anno la “crisi” è stata innescata dai migranti provenienti dalla Tunisia – fatto piuttosto inusuale -, che rappresentano oltre il 60% degli sbarchi. L’anno scorso erano la metà, il 30%. La ragione sta nel mancato pagamento da parte dell’Unione Europea previsto dal Memorandum d’intesa siglato lo scorso luglio col paese nordafricano. Secondo il comunicato ufficiale, il Memorandum dovrebbe coprire cinque pilastri: stabilità macroeconomica, commercio e investimenti, transizione energetica verde, rapporti tra i popoli e migrazione. Di fatto si tratta di pagare la Tunisia – 255 milioni nelle prime tranche – per tenersi i migranti.

Nella foto scattata lo scorso 19 luglio a Tunisi si vedevano la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ed il Presidente del Consiglio olandese, Mark Rutte, insieme al presidente tunisino Kais Saied. In questi pochi mesi è successo che l’accordo è rimasto schiacciato da una parte dalle critiche provenienti dallo stesso Parlamento Europeo sul rispetto dei diritti umani in Tunisia, dall’altro dalla campagna elettorale per le elezioni europee che si terranno la prossima primavera. L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, lo spagnolo Josep Borrell, ha criticato l’accordo e fatto notare che è stato sottoscritto senza l’autorizzazione preventiva del Consiglio europeo, di cui fanno parte i capi di Stato e di governo europei. In molti analisti fanno notare che il socialista Borrell abbia voluto fare uno sgambetto al gruppo volato a Tunisi in Luglio in quanto esponenti della destra europea, la fazione politica opposta.

Così come altri analisti hanno fanno notare che la sibillina presa di posizione della Francia – “non accoglieremo i migranti sbarcati a Lampedusa” – sia anche in risposta all’incontro di domenica tra il Ministro Salvini e Marine Le Pen, principale avversaria politica di Macron.

Il risultato è che i soldi non sono mai arrivati a Tunisi, un paese sull’orlo della bancarotta. A questo punto pare che la risposta della Tunisia sia stata quella di usare i migranti come un’arma politica. Secondo fonti anonime, mai come prima sono stati raccolti nel paese ed invitati ad imbarcarsi verso l’Italia. Un vero e proprio scontro negoziale sulla pelle di centinaia di migliaia di persone in cerca di un futuro migliore.

Il fenomeno delle migrazioni è sempre esistito, ma negli ultimi 30 anni ha assunto un carattere epocale per le sue dimensioni e per la globalità. Nel 1990 i migranti nel mondo erano 153 milioni, nel 2020 sono stati 281 milioni, quasi il doppio. La globalizzazione ha comportato non solo la mobilità di merci ed informazioni ma ora anche la mobilità delle persone, pertanto è un fenomeno che non solo non si arresterà ma sarà destinato ad aumentare in futuro. Un fenomeno così complesso non si può affrontare chiudendo gli occhi e delegando il tutto ai paesi di transito – Turchia e Libia prima, Tunisia oggi – in cui i migranti vengono chiusi in campi profughi oppure privati di ogni minimo diritto. Non si può neanche fermare davanti alle esigenze elettorali dei partiti e alla conseguente confusione cui stiamo assistendo oggi nella politica europea.

C’è un’immagine che racconta la tragicità che comportano questi lunghi, pericolosi e costosi viaggi – i migranti pagano migliaia di dollari – che intraprendono milioni di persone in fuga da guerre, carestie, povertà. Nei giorni scorsi a Lampedusa è arrivato un bimbo di circa tre anni senza genitori né parenti. Nessuno sa il suo nome né da dove venga, perché il piccolo non parla. Nessuna comunicazione, non sorride mai e non piange mai. Lo ha trovato nel deserto un altro ragazzo – minorenne – ed ha deciso di portarlo con sé nel viaggio verso l’Europa. Non si sa quali traumi abbia subito. Adesso il piccolo è stato preso in cura dai servizi sociali e dal Tribunale dei minori di Palermo che lo affideranno ad una famiglia. Una storia che ci ricorda la necessità di avere a cuore il bene dei nostri fratelli e sorelle che lasciano il loro paese in cerca di una speranza.

Luca Luccitelli

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