Editoriale

Grazie Mattarella

Grazie Presidente per il suo grande sacrificio nell’accettare questo nuovo mandato. Grazie perché sappiamo che ha accolto una così gravosa responsabilità per non lasciare il nostro Paese nella drammatica instabilità dalla quale aveva anticipatamente messo in guardia l’intera classe dirigente.

Sicuramente la maggior parte del popolo italiano aveva compreso e rispettato il suo desiderio di poter concludere un settennato così impegnativo. E’ mancata però la presa di coscienza della politica riguardo alla necessità di una soluzione unitaria e condivisa. Tutti noi abbiamo assistito attoniti alla desolante sconfitta dei partiti che ancora una volta si sono dimostrati incapaci di dialogare nell’interesse del bene comune esponendo le stesse istituzioni ad una grottesca girandola di candidature presto sfumate.

Il Presidente della Repubblica è garante di una democrazia sempre più esposta al pericolo di divenire “liquida”, impregnata di relativismo pratico con risvolti degradanti che mortificano la vita comunitaria della nazione. Lei, Presidente che di certo non aspirava a questa soluzione, compie l’ennesimo sacrificio per mettere al riparo tutti gli italiani dalle profonde e angoscianti incertezze interne e globali. Tutti noi gliene siamo autenticamente grati. Al tempo stesso non possiamo che rammaricarci nel vedere un ceto politico sempre pronto a proclamare volontà rinnovatrici a scapito dell’esperienza per poi dover constatare di non saper esprimere personalità dotate di una autorevolezza pari ai Padri delle Repubblica.

La Sua persona è un vero modello e testimonia la dignità di un popolo che ha radici profonde di cultura e tradizioni. La speranza è che questo nuovo mandato possa servire ad ogni livello per imparare a mettersi realmente in ascolto dei suoi moniti e degli insegnamenti di un sincero servitore della patria, quale è lei. Siamo grati al Cielo per un uomo saggio, lungimirante, generoso e capace di una visione dell’umanità così salda spirituale da divenire modello educativo quanto mai indispensabile. Alla fine, il Signore scrive dritto attraverso le righe storte degli uomini e ciò rafforza la nostra ferma convinzione che nella Sua volontà ci sia quell’intelligenza di amore della quale beneficeranno in primo luogo le nuove generazioni. Cioè i cittadini di domani, bisognosi di figure credibili ed esemplari alle quali ispirarsi.

In anni particolarmente difficili per il sociale mai ci siamo sentiti soli grazie alla costante sollecitudine con cui Lei Presidente ha sostenuto il volontariato e la sussidiarietà come strumenti di salvaguardia dell’interesse nazional. L’egoismo e la superficialità di tante espressioni della odierna vita pubblica continueranno a trovare nella sua azione un argine di civiltà secondo la lezione costituzionale. La collettività è in grado di superare i momenti di oscurità quando trova modelli autorevoli per accrescere la coesione sociale nelle pagine tragiche della sua storia. Laddove in tanti hanno cercato effimere ribalte, Lei, ancora una volta, ha dimostrato l’eterna validità del precetto evangelico: farsi prossimo nel servizio che è dono e sacrificio di sé.

don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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