Editoriale

Giorgio Napolitano: un Presidente Gentiluomo

Dialogo. Senso dello Stato. Orizzonti europei. In estrema sintesi l’impegno di una vita di Giorgio Napolitano, Presidente Emerito della Repubblica che ha sempre creduto nei valori della Politica per il bene del suo Paese.

Tante prime volte nella sua esistenza politica. Primo Comunista ammesso negli anni ’70 negli Stati Uniti a svolgere lezioni universitarie. Primo Comunista a diventare Capo dello Stato. E anche primo Presidente ad accettare un secondo mandato per aiutare il Parlamento a superare un momento di crisi.

E Napolitano ha infatti creduto sempre nel ruolo del Parlamento per gli equilibri del Paese. E anche nel momento difficilissimo nel 2011 in cui la crisi economica stava intaccando la credibilità dell’Italia, ha assunto la decisione di affidare ad un governo di larghe intese, guidato da un tecnico, Mario Monti, il superamento delle difficoltà politiche.  Così come nel 2013 quando proprio le forze politiche non riuscivano a scegliere un suo successore al Quirinale, si è reso disponibile, per il bene del Paese, ad un a rielezione senza precedenti. Ma proprio il giorno del suo insediamento in Parlamento ha rimproverato duramente chi lo aveva costretto a questa scelta invitando il mondo politico a recuperare credibilità nel Paese.

Uomo di rinnovamento sempre. Sia nella sinistra italiana che negli incarichi europei e poi al Quirinale. Europa sempre il suo faro di riferimento. Non a caso per il suo primo viaggio da Presidente in Italia sceglie Ventotene per ricordare il Manifesto per l’Europa di Altiero Spinelli che nell’isola pontina era stato confinato dal fascismo.

Il coraggio di Giorgio Napolitano anche nell’ammettere errori storici, come il sostegno alla repressone sovietica in Ungheria del 1956 e poi andare da Presidente nel 2006 sulla tomba dei caduti per la resistenza e rendere loro un commosso omaggio.

Forti le sue battaglie in Italia per la sicurezza sul lavoro e per la lotta alla criminalità soprattutto nel sud. Attento alle esigenze dei giovani che spesso ha ascoltato al Quirinale con un confronto sincero.

Uomo del dialogo sempre con tutte le componenti politiche ha cercato fino alla fine del suo secondo mandato al Colle di realizzare riforme ritenute indispensabili per il futuro del Paese.

Uomo del dialogo da laico anche con la Chiesa Cattolica. Sincera l’amicizia con Papa Benedetto XVI e poi con Papa Francesco che, unico nella storia, gli ha reso omaggio personalmente alla camera ardente al Senato.

Uomo di profonda cultura non solo letteraria e storica ma anche musicale e artistica. Ha sempre apprezzato anche le innovazioni e i linguaggi dei tempi. E poi la sua straordinaria memoria intellettuale. Discorsi scritti personalmente e mai cambiati di una virgola. In italiano e in inglese (lingua che conosceva perfettamente). Un raro esempio di politico italiano, un Presidente Gentiluomo che troverà spazio con orgoglio nazionale nei libri di Storia d’Italia e d’Europa.

Grazia Trabalza

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