Caccia all'indizio e visita notturna per trovare reliquia rubata. Sembra la trama di un giallo di Agatha Christie e invece è l'originale iniziativa del Museo Diocesano di Jesi, in provincia di Ancona, per avvicinare i giovani all'arte sacra. “Investigatori si nasce, investigatori museali si diventa al Museo Diocesano di Jesi– riferisce l'Ansa-. Con lente di ingrandimento, penna e taccuino, ingegno, astuzia e occhi attenti”.
Verrà ripetuta anche nel 2020 l'originale e fortunata iniziativa ideata dalla struttura museale della diocesi di Jesi, abbiata lo scorso anno, quando ogni venerdì d'estate a partire dalle 21.30 tutti i visitatori maggiori di 6 anni sono stati chiamati a partecipare alla visita a tema “Furto a Palazzo Ripanti”. Si tratta di un gioco di “caccia all'indizio” che mette alla prova lo spirito di osservazione e l'intuizione. “Al centro dell'investigazione è un misterioso oggetto sparito, una reliquia rubata nel 1743 da un uomo incappucciato durante la festa di inaugurazione del Palazzo Ripanti sede del Museo- spiega l'Ansa-.Scovando gli indizi necessari all'interno della struttura si potrà ricostruire l'intera storia, assicurandosi così un posto tra i migliori investigatori museali“. Così gli Hercule Poirot in erba possono entrare di diritto nel bizzarro album fotografico degli investigatori del Museo Diocesano di Jesi.
“Furto a Palazzo Ripanti” è anche il titolo di un fumetto che descrive attraverso le tavole e la sceneggiatura dei disegnatori la storia dell'immaginaria reliquia rubata nello storico e maestoso palazzo che è sede del Museo Diocesano. Attraverso le vicende della reliquia si ripercorre la storia di Jesi, del Palazzo e delle opere conservate nel Museo. La storia è ogni tanto interrotta da un personaggio guida che chiede di trovare degli oggetti, menzionati nel fumetto, oggi conservati nel Museo: attraverso un codice QR si accede ai contenuti multimediali del percorso creato sulla app gratuita izi.TRAVEL per ascoltare un approfondimento, fare un quiz, sentire un suono e molto altro. Il tour interattivo del Museo diventa un secondo percorso complementare e parallelo al fumetto, due esperienze che si integrano, ma che possono essere fatte anche indipendentemente l’una dall’altra. Il fumetto e il relativo percorso sono scaturiti dal progetto “Come ti vorrei…il museo pensato dai giovani”, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariverona e in collaborazione con la Scuola Secondaria di Primo grado Lorenzini di Jesi e la Scuola Internazionale di Comics– sede di Jesi.
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