Secondo uno studio effettuato dai ricercatori dell’università Ca’ Foscari, il livello del mare nella città di Venezia potrebbe temporaneamente stabilizzarsi entro il 2035.
Un team di ricerca dell’Università Ca’ Foscari, guidato da Davide Zanchettin e pubblicato anche sulla rivista Earth and Space Science, ha sancito che, Il livello del mare a Venezia potrebbe temporaneamente stabilizzarsi nei prossimi anni, grazie al raggiungimento di un delicato equilibrio di processi che coinvolgono l’Oceano Atlantico settentrionale.
cambiamenti nella temperatura superficiale dell’Oceano Atlantico sembrano infatti legati all’altezza del mare a Venezia, e poiché il Nord Atlantico potrebbe attraversare una fase più fredda nei prossimi anni, si prevede un rallentamento nell’innalzamento dei livelli dell’acqua nel Mediterraneo. Il gruppo di ricerca ha scoperto che l’innalzamento dell’acqua può essere correlato all’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO), una variazione naturale della temperatura della superficie del mare nel Nord Atlantico, che si verifica con un periodo di tempo compreso tra 60 e 80 anni.
Storicamente, durante le fasi più fredde della fluttuazione, l’innalzamento delle acque a Venezia sembra rallentare, al contrario di quanto osservato nei momenti più temperati. Entro la fine del secolo, le stime attuali indicano che l’iconica città italiana potrebbe sperimentare un ulteriore incremento del livello relativo del mare compreso tra i 30 e i 120 centimetri. Negli scenari più pessimistici, Venezia potrebbe affrontare comunque serie problematiche, spiegano gli studiosi. Tuttavia, nel breve e medio termine, fattori come l’AMO potrebbero portare a deviazioni anche molto significative rispetto alla curva tratteggiata dalle proiezioni climatiche che unisce il presente con fine secolo.
Zanchettin ha osservato che, la letteratura scientifica suggerisce che stiamo per assistere ad una fase AMO fredda e i nostri modelli indicano che in questo caso il livello del mare a Venezia potrebbe stabilizzarsi entro il 2035. Francisco Mir Calafat, ricercatore presso il National Oceanography Centre di Liverpool, ha osservato che, i risultati ottenuti, potrebbero spiegare l’interruzione nell’aumento del livello dell’acqua osservato in tutto il Mediterraneo tra il 1960 e il 1989 e la ripresa negli anni ’90. Ci sono tuttavia molti fattori in gioco da considerare, come lo scioglimento delle calotte glaciali e l’espansione termica dell’acqua dovuta al riscaldamento globale. Una migliore comprensione di queste dinamiche, concludono gli autori, potrebbe facilitare la pianificazione e lo sviluppo di infrastrutture adeguate alle esigenze del luogo.
Fonte: Agi
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