Curiosità

“London Bridge is down”: cosa prevede il protocollo per la morte di Elisabetta II

London Bridge is down”. Il Ponte di Londra è crollato. Per la scomparsa di Elisabetta II, il Palazzo ha pronto un piano in più versioni, aggiornate continuamente negli anni e detenute da Buckingham Palace, dal governo e dalla Bbc. Una sorta di protocollo da seguire per consentire i preparativi dell’ultimo commiato, mantenendo quell’ordine e quella stabilità di cui la sovrana, sopravvissuta a 12 presidenti Usa, è sempre stata sinonimo, nei suoi oltre 70 anni di regno.

La bozza del documento

L’ultima volta che un monarca britannico morì, Giorgio VI, 70 anni fa, la scomparsa fu comunicata a Buckingham Palace con una frase in codice, “Hyde Park Corner”, per impedire agli operatori del centralino di scoprirlo. Per Elisabetta II il piano per ciò che accadrà dopo è noto come “London Bridge” e la parola chiave per annunciarne il decesso sarà “The London Bridge is down”. Stando ad una bozza del documento di cui qualche tempo fa Politico diffuse alcuni stralci, il giorno della morte sarà indicato come il “D-day” ed i giorni a seguire saranno il D+1, fino al 10, quando saranno celebrati i funerali all’Abbazia di Westminster e la sepoltura alla Memorial Chapel di re Giorgio VI. Il corpo della sovrana sarà trasferito a Buckingham Palace due giorni dopo la sua morte, sul treno reale secondo quanto prescrive l’operazione chiamata “Unicorn”, o in alternativa in aereo secondo il dispositivo “Overstudy”.

Il primo a sapere della scomparsa della regina

Carlo invece sarà proclamato re la mattina dopo il decesso ed il giorno successivo partirà per un viaggio attraverso il Regno Unito. Il protocollo, descritto con una dovizia di particolari quasi maniacale, prevede che sia il segretario personale della regina, Sir Christopher Geidt, il primo ad essere informato, che a sua volta avrà il compito di comunicare la notizia al primo ministro. Dopo, il Foreign Office’s Global Response Center darà la notizia a tutti gli altri governatori dei Paesi in cui Sua Maestà è sovrana, compresi Canada, Australia e Bahamas, e solo dopo a tutte le altre nazioni del Commonwealth. Il decesso di Elisabetta non sarà divulgato subito. L’informazione viaggerà sottotraccia. I governatori generali, gli ambasciatori e appunto il premier saranno i primi a saperlo. I sudditi ed il resto del mondo ne verranno a conoscenza in un secondo momento, quando tutto sarà già stato preparato. Quando arriverà il momento di divulgare la notizia, l’annuncio spetterà ad un flash dell’agenzia di stampa inglese PA: subito dopo l’informazione sarà trasmessa al resto dei media mondiali in contemporanea. Nello stesso istante, un commesso vestito a lutto uscirà da una porta di Buckingham Palace, attraverserà la ghiaia rosa opaco e appenderà un avviso bordato di nero ai cancelli. Mentre lo farà, il sito web del palazzo si ridurrà ad una pagina, che mostrerà lo stesso testo su uno sfondo scuro. E le bandiere saranno calate a mezz’asta. Alla Bbc verrà attivato il “sistema di trasmissione degli allarmi radio” (Rats), un allarme dell’era della Guerra fredda progettato per resistere a un attacco alle infrastrutture della nazione, un dispositivo quasi mitologico dell’intricata architettura di rituali per la morte delle principali personalità reali che la Bbc ha mantenuto sin dagli anni ’30.

Manuela Petrini

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