Il fotografo Jason Persoff immortala i fiocchi di neve per catturarne il fascino e gli scienziati del California Institute of Technology ne studiano le caratteristiche per determinare le temperature.
Fotografare i fiocchi di neve non è affatto facile. Il fotografo Jason Persoff usa un calzino di lana nera per catturarli, poi una macchina fotografica, un talo e alcune luci. E gli ci vogliono come minimo quaranta immagini ad elevata messa a fuoco, sovrapposte una sull’altra, per dar vita ad una fotografia che possa avere un suo fascino, perché ogni singolo fiocco racconta una storia a sé su come le condizioni atmosferiche si combinino per scolpire ciascun fiocco e renderlo unico.
“Non c’è fiocco di neve che sia uguale ad un altro”. Parola di Jason Persoff che li fotografa da ben sei anni e che vanta una collezione di oltre cento immagini in continuo aggiornamento e sviluppo. “Sono strutture transitorie, fatte di vapore acqueo e polvere, eteree. Hanno durata breve, poi scompaiono”. Tant’è che proprio “sulla base della forma e della definizione di ogni fiocco, gli scienziati possono determinare le temperature che quel fiocco ha incontrato durante la sua caduta e a che distanza dal suolo si è formato”, descrive il processo il Post. E “non è solo che non ci sono due fiocchi di neve uguali, è che ognuno di essi è così dannatamente bello”, ha dichiarato Persoff.
L’impresa è tutt’altro che semplice, perché catturare bellissimi cristalli “può essere difficile e il cristallo medio piccolo in genere è malconcio, asimmetrico e non ramificato”, precisa Kenneth Libbrecht, professore di fisica presso il California Institute of Technology, che ha studiato i fiocchi di neve per oltre 20 anni. E puntualizza: “Ci vogliono circa centomila goccioline per fare un fiocco di neve perché le goccioline sono molto piccole”. A suo avviso, i migliori cristalli si formano alla “temperatura magica di cinque gradi Fahrenheit” e in luoghi che non subiscono molto vento. Le parti settentrionali del Giappone, dell’Ontario e della Svezia e gran parte del Vermont sono note per i “splendidi fiocchi di neve”, ha specificato. Ma anche date condizioni ottimali, i cristalli potrebbero comunque rivelarsi “molto poco attraenti”, sostiene Libbrecht, in quanto “ogni cristallo sperimenta condizioni di crescita, temperatura e umidità leggermente diverse. Quindi crescono tutti un po’ uno differente dall’altro. Tuttavia, trovare i fiocchi di neve perfetti è però possibile “in qualsiasi posto dove fa abbastanza freddo”, sostiene il professore di fisica. Il segreto? “Basta solo aver pazienza”.
Fonte: Agi
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