Cronaca

Coronavirus, dati stabili: 1.766 nuovi casi ma calano i tamponi, 17 le vittime

Sono 1.766 i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Numeri sostanzialmente simili a quelli di ieri (1.869) ma con un numero decisamente inferiore di tamponi (84.714, quasi 20 mila in meno di ieri). Per quanto riguarda le vittime, il numero non varia: oggi 17 decessi, esattamente come 24 ore fa. Il che porta il totale dall’inizio della pandemia a 35.835, mentre il numero complessivo dei contagiati (inclusi vittime e guariti) sale a 309.870. Nella giornata di oggi, solo una regione, la Valle d’Aosta, chiude a zero casi. Gli attualmente positivi sono 49.618, 1.025 in più rispetto a ieri, mentre i dimessi e guariti aumentano di 724 unità, per un totale di 224.417.

L’andamento del coronavirus

I dati giornalieri emessi dal Ministero della Salute parlano quindi di una pandemia ancora in corso ma con numeri sostanzialmente stabili. I pazienti con sintomi sono 100 in più di ieri, per un totale di 2.846, mentre colori in isolamento domiciliare sono ora 46.518 (+918). Le terapie intensive sono 7 in più di ieri, per un totale di 254 persone ricoverate in tali reparti. A livello regionale, la Campania è la regione con più casi (245), seguita da Lombardia a 216, dal Lazio a 181. Cospicuo l’incremento in Sardegna, dove i nuovi casi sono 139 più di ieri. Per quanto riguarda la regione della Capitale, come spiegato dall’assessore alla Sanità della Pisana, Alessio D’Amato, “prosegue l’attività di prevenzione nelle scuole. Domani test in un istituto di Cerveteri e presso il liceo ‘Manara’ a Roma. Pronta la circolare per l’evoluzione della rete ospedaliera regionale”. Secondo l’assessore, “i test rapidi antigenici sono utili come strumento diagnostico di primo livello da utilizzare massivamente”.

Verso il milione di morti

Nel frattempo, i dati della Johns Hopkins University portano i numeri a sfiorare cifre decisamente drammatiche. Stando a quanto riferito dai ricercatori, la quota delle vittime si avvicina sempre di più al milione in tutto il mondo. L’allarme è generale ma alcuni contesti, come la Francia e il Regno Unito, attraversano momenti decisamente complicati. Per quanto riguarda il Paese transalpino, a lanciare l’allerta è Patrick Bouet, presidente dell’Ordine dei medici, in un’intervista al Journal du Dimanche. “Se non cambia nulla – ha detto -, in tre o quattro settimane la Francia dovrà affrontare, per diversi lunghi mesi autunnali e invernali, un’epidemia generalizzata in tutto il suo territorio”. Il tutto, con un sistema sanitario “incapace di rispondere a tutte le richieste”.

Damiano Mattana

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